L’Italia intera, oggi, con Vanessa Ferrari è partita.
La destinazione porta il nome di Tokyo ed è tinta di argento, come il colore della medaglia che la Ferrari si è messa al collo. È stato un viaggio breve e lunghissimo, quello in cui l’azzurra ha guidato il suo pubblico, composto da anni di sacrificio, dedizione e amore nei confronti di questo sport.
È un viaggio partito quindici lunghi anni fa ad Aarhus, in Danimarca, quando nemmeno sedicenne quest’atleta incredibile ha conquistato un oro mondiale individuale. Il primo oro mondiale nella storia dell’Artistica Femminile Italiana. Vanessa da allora ha attraversato paesi lontani, da Pechino a Londra, da Rio a Montréal.
(AP Photo/Julie Jacobson)
Un percorso lungo, il suo, irto di difficoltà, pieno di amore e di passione. Il fuoco di un’unica emozione ad ardere negli occhi, nelle gambe e nelle braccia di un’atleta che non si è mai arresa, che ha perseverato, che ha creduto nel suo percorso quando pochi l’hanno fatto al posto suo. E tra questi c’è sempre stato il suo allenatore, Enrico Casella.
Al fianco di Vanessa dall’inizio della sua carriera, l’allenatore – e Direttore Tecnico della Nazionale Femminile – è stato compagno fedele per l’azzurra, godendosi in prima fila ogni singola tappa, compresa l’ultima, quella dell’Ariake Gymnastics Centre.
E oggi alle Olimpiadi di Tokyo 2020 Vanessa decide di scrivere di nuovo la storia della Ginnastica, tingendo il cielo del Giappone anche un po’ di azzurro, con la prima medaglia olimpica per l’Italia nell’Artistica Femminile Individuale. Solo la squadra di Amsterdam 1928 aveva eguagliato questo risultato, ma mai nessuna a titolo individuale era riuscita nell’impresa. Ed è ancora un argento.
L’ARGENTO – Vanessa solca la pedana vestita di rosso Ferrari. E sigla il più bel corpo libero di tutta la finale. Coreografia sentita, elegante, da pelle d’oca sulle note di “Con te partirò”. Pianta a terra uno Tsukahara avvitato perfetto, così come la prima diagonale in combinazione, un flic-tempo collegato allo Tsukahara. Bene anche la parte dei salti artistici, bello Strug, salto Ferrari preciso e buono il doppio giro impugnato, anche se un po’ scarso. A chiudere l’ultima diagonale in combinazione, un teso avanti smezzato collegato al doppio raccolto. Alla fine dell’esercizio, attendendo il punteggio, Vanessa dice a Enrico Casella:
“Questo è un momento mio. Adesso tocca a me, lo dedico tutto a me.”
E quel sorriso mostrato oggi dall’azzurra corrisponde alle lacrime di una nazione intera, chiamata a raccolta di fronte a uno schermo per vederla scrivere la storia dall’altra parte del mondo.
Forte ed elegante, Vanessa Ferrari ha dimostrato di essere un’atleta completamente differente da quella scesa in pedana a Pechino, a Londra e a Rio. Nei giorni scorsi l’ha ribadito più volte, la lotta a Tokyo 2020 non sarebbe stata tra lei e le avversarie. Oggi l’unica avversaria di Vanessa è stata solo lei stessa e la battaglia è stata vinta: è medaglia d’argento olimpica.
Con te, Vanessa, oggi l’Italia ha conosciuto paesi lontani, viaggiato per mari, scoperto emozioni sconosciute. Con te, oggi, si è chiuso un cerchio e si scritta la storia.

LA GARA

Vanessa è stata la quinta atleta a scendere in pedana, all’attivo il primo punteggio di qualifica, punteggio che nessuna è stata capace di eguagliare nei giorni precedenti alla finale. L’assenza di Simone Biles – che si è tirata fuori dalle finali di specialità per tutelare il suo benessere psicofisico – non ha reso le cose più semplici a nessuno, perché questa è stata una delle finali al corpo libero più aperte e combattute di sempre.
Viktoriia Listunova apre la finale al quadrato con una caduta sul triplo avvitamento e si chiama subito fuori dal podio. Nonostante il resto dell’esercizio sia abbastanza pulito, il suo punteggio si ferma a 12.400.
Dopo di lei a sale in cima alla classifica Jade Carey con un esercizio dalla coreografia spenta, ma dall’acrobatica spaziale. Stoppa il doppio teso con doppio avvitamento, fa molto bene nella diagonale combinata di salto teso smezzato avanti e Tsukahara avvitato. Il doppio teso avvitato è perfettamente piantato a terra e così pure lo Tsukahara di chiusura. La stellina a stelle e strisce ipoteca la testa della classifica con 14.366 e va a vincere l’oro.
La prima delle gemelle Gadirova, Jessica, mostra una combinazione perfetta di artisticità e acrobatica e stampa un 14.000 che non impensierisce la Carey.
Segue Angelina Melnikova, che pianta un 14.166 di livello, grazie al quale conquista il bronzo olimpico. Bene sia il doppio teso avvitato che il doppio teso. La russa punta molto sui giri, tutti puliti e molto ampi, e chiude con qualche passo sul doppio carpio.
Il punteggio da battere quando Vanessa affronta la pedana è quello della Carey, che resta in testa anche dopo l’esecuzione magistrale dell’azzurra, da 14.200. A seguire la padrona di casa Mai Murakami, che resta dietro Vanessa di appena 33 centesimi e, a parimerito con la Melnikova, va a prendersi il bronzo olimpico. Molto pulito, il suo esercizio, composto da un triplo giro impugnato, da uno Tsukahara avvitato piantato a terra. A seguire un doppio teso (con un piccolo passetto all’arrivo), due avvitamenti e mezzo collegati al salto teso avanti con avvitamento. Bene i giri e anche il doppio carpio di chiusura perfettamente stoppato. Una medaglia che vale l’ex-aequo (reso possibile perché nota D e nota E del suo esercizio equivalgono perfettamente quelli della Melnikova), una medaglia che vale doppio perché conquistata in casa.
Rebeca Andrade dopo due giorni di gara perfetti sporca il corpo libero con un passo di fuori pedana dalla prima diagonale e qualche altra imprecisione sugli arrivi dei salti acrobatici a seguire. Il suo punteggio si ferma a 14.066 e non le consente di arrivare in zona podio. Lo stesso vale per Jennifer Gadirova, che scende in pedana con una coreografia molto bella, ma commette diverse imprecisioni sull’acrobatica che le fruttano “solo” un 13.233.

Gara bellissima, questa al corpo libero, che fa passare in secondo piano ogni cosa se non la medaglia Olimpica di Vanessa Ferrari. Vederla sul podio è stata un’emozione unica, come unica lo è lei: unica atleta italiana della Ginnastica Artistica a conquistare una medaglia olimpica individuale.
Il cielo di Tokyo è tinto d’azzurro, grazie Vanessa!