Esordio mondiale a Liverpool 2022, argento europeo alla trave ad Antalya 2023, ora finalista All-Around tra le super big della ginnastica artistica mondiale, abbiamo avuto il piacere di parlare direttamente con lei. Stiamo proprio parlando di Manila Esposito, punto fermo allo scorso Mondiale qualificante di Anversa 2023 dove, insieme alle compagne Iorio, D’Amato, Andreoli, Belardelli e Mandriota, ha contribuito non solo alla conquista del pass olimpico di squadra, ma anche all’arricchirsi del proprio curriculum sportivo.
Secondo mondiale per te quello appena conclusosi: è stato diverso, per te, rispetto all’anno scorso?
Beh, certamente. L’anno scorso prendevo parte al mio primo mondiale come esordio senior in assoluto. Non avevo fatto nessuna gara simile prima, niente europei, nemmeno junior per via della pandemia, nulla. Quella è stata la mia primissima convocazione senior.
Da quest’anno ho iniziato a fare altre gare senior – continua Manila – Ho fatto più tappe diciamo: dagli europei, alla coppa del mondo e poi questo mondiale, che mi sono servite molto. Infatti, questo mondiale è andato decisamente meglio. L’anno scorso sono stata un po’ “buttata” in quel contesto perché non era previsto che io gareggiassi. Sono contenta di aver vissuto questo contesto con più esperienza alle spalle.
Sì, perché è così che un anno fa Manila Esposito ufficializzava la sua presenza nella squadra azzurra, sentendosi (testuali parole) “un pesce fuor d’acqua”, sommerso dal pubblico caloroso e preponderante:
Vedevo ginnaste che non avevo mai visto da così vicino – spiega emozionata – Sì, in serie A c’è molta gente sugli spalti, però non così. Io ho saltato gli appuntamenti importanti anche da Junior per via del Covid. Ho fatto solo gli amichevoli e i giochi del Mediterraneo, perciò tutto questo mi era completamente nuovo.
In questa nuova avventura mondiale l’Italia ha confermato il quinto posto precedente, che forse aveva un sapore un po’ più amaro. L’Italia conquista la Team Final e un posto per Parigi, con una squadra tutta rinnovata. Inoltre, la classe 2006 è riuscita a giocarsi una Finale AA e sfiorato ben due finali di specialità, che guardando indietro a Liverpool anche lei stenta a credere possibile:
Il primo giorno ho fatto una bella gara ma potevo fare decisamente meglio soprattutto a trave. La trave fatta bene, come so fare al mio massimo, l’ho fatta il secondo giorno, che ormai non valeva più per la qualifica di specialità; diciamo che mi è rimasta un po’ qua (ride, n.d.r.). Alla fine, ho aspettato fino all’ultimo che qualcuno si ritirasse dalla finale, però non è successo ed evidentemente non era il mio momento. Andrà bene la prossima volta. Di tempo ne ho ancora.
Sono riuscita a centrare la finale AA – prosegue – che l’anno scorso non era nei piani neanche lontanamente, sono arrivata nona perché ho sbagliato trave. Ma sono molto felice. Mi sono spaventata prima dell’inizio della gara, quando mi sono fatta leggermente male al dito, ma poi ho scoperto non essere niente di grave.
In compagnia di Manila abbiamo ripercorso alcune delle famose tappe che ha avuto modo di gustarsi in questo 2023. È doveroso dire che i passi in avanti che ha fatto sono notevoli e meritevoli di nota. A partire dalla medaglia di specialità agli Europei di Antalya 2023, di cui racconta essere stata “Un’esperienza bella che mi ha formata molto e mi ha aiutata a prendere i mondiali con un altro approccio. Non mi aspettavo di entrare in finale figuriamoci una medaglia! Non mi aspettavo neanche di essere lì, invece alla fine sono riuscita a essere in squadra. L’ultimo giorno ho dato ancora di più e si è visto con la medaglia.”
LA STORIA – Manila Esposito, classe 2006 di Torre Annunziata, inizia a praticare ginnastica all’età di 5 anni a Civitavecchia (RM). Esordisce a livello nazionale nel Campionato di Serie A 2018, ancora allieva. Nel 2022 decide, dopo anni di lavoro e sacrificio nella sua palestra di origine, di trasferirsi all’Accademia Internazionale di Brescia dove, poco dopo, inizierà a preparare il suo primo Mondiale con la squadra italiana. Da diversi anni aiuta la sua squadra nel Campionato di Serie A1 a raggiungere il podio e agli scorsi Mondiali di Anversa 2023 si qualifica quinta con la squadra e nona nel concorso generale, dopo essersi già affermata precedentemente argento italiano agli Assoluti di Padova 2023.

Cos’hai provato quando hai capito che ti potevi giocare la medaglia, in mezzo a gente forte e più esperta?
L’ho realizzato dopo giorni. Mi sembrava troppo strano. Sono entrata come ottava e l’ho presa a divertirmi, invece poi è andata alla grande e per un decimo non ho vinto.
La pandemia globale non ha aiutato lo sviluppo della sua carriera junior, come quella delle sue coetanee, e ha fatto sì che alcuni step venissero saltati. Ciononostante, con poca esperienza internazionale, Manila Esposito si è sempre dimostrata capace di reggere la tensione e mantenere una propria calma.
Da fuori sembri essere una che in gara cancella tutto. Anche quando ci sono degli imprevisti, riesci il più delle volte a mantenere la calma, come fai? Ti viene naturale o la gestisci?
Ho imparato a gestirla perché quando ero più piccola anche la gara regionale mi creava tensione. Mi hanno sempre detto che mantenendo la calma rendo meglio, per questo cerco di andare sempre in campo gara serena e sorridente. Quando ci vado più cupa e preoccupata non esce mai il meglio di me. Ho imparato a farlo anche quando non mi sento pronta a sufficienza perché la preparazione non è andata come speravo. Realizzo solo dopo le gare che faccio. Quando sono lì cerco di pensare che è una gara come le altre, come un allenamento, così riesco a distaccarmi e autoconvincermi di questa cosa e a godermi la gara. Se mi guardo troppo intorno come l’anno scorso, in un contesto nuovo, come alla mia prima Serie A poi perdo la concentrazione.
E il pubblico? Come lo gestisci?
Prima mi intimoriva un po’ e lo sentivo molto presente. Da quest’anno più pubblico c’è più mi carico. Poi è ovvio che un po’ di ansia prima di salire c’è sempre, ma prima di partire cancello tutto e mi concentro. Mi isolo dalla situazione. A trave entro in questa sorta di bolla poco prima che mi chiamino; dopo aver sistemato la pedana e gli ultimi consigli dei tecnici e delle compagne, entro in “modalità-attrezzo”. Entro decisa, poi un errore ci può stare.
L’anno scorso ti trasferisci a Brescia. Ti va di raccontarci del tuo trasferimento?
È stata una decisione importante ed è stata una scelta mia perché avevo bisogno di confrontarmi con altre persone. Sono una persona abbastanza competitiva e l’unico posto in cui potessi confrontarmi con persone nuove e più forti di me era lì, essendoci le ragazze della nazionale. Mi è servito per una crescita personale. Per essere più stimolata. C’è una sana competizione all’interno del gruppo, che ci dev’essere, e per me è uno stimolo in più. Per me rappresentano anche un modello che spero di seguire, facendo tutti i risultati fatti da loro.
Da quando sei entrata lì ti senti cambiata come ginnasta?
Sì. Stare insieme a loro mi ha aiutata, mi sento più parte del gruppo. Sono riuscita ad avere una crescita personale da ginnasta. Ho iniziato a credere di più in me stessa. Ho iniziato a sentirmi al loro pari. Mi hanno anche insegnato ad affrontare meglio i campi gara nuovi e importanti per me. È stato un passo necessario, avevo bisogno di confrontarmi essendo cresciuta e volendo vedere e rapportarmi con loro tutti giorni. Vivendoci insieme vedi come affrontano determinate situazioni da vicino, le difficoltà come tutte le ginnaste, e spesso vivono le stesse situazioni che vivi anche tu. Specialmente all’inizio, lontana dai miei genitori, mi sono state vicino. Tenermi impegnata tutto il giorno mi ha aiutata. In palestra siamo sempre focalizzate sugli obiettivi e sul lavoro e la mancanza di casa si fa un po’ meno sentire. Adesso la priorità è la ginnastica e i miei hanno capito le mie motivazioni. I miei genitori mi hanno appoggiata, ma in cuor loro è stato molto difficile. Quando mi mancano poi guardo fino a dove sono arrivata e quello che posso ancora fare e mi convinco che è stata la scelta giusta. Mi seguono sempre alle gare, come anche i miei nonni di Napoli quando gareggiamo lì.
Se pensi al prossimo anno e a Parigi come ti poni a riguardo? Come ti vedi?
Non lo so in realtà. La speranza c’è ovviamente. Però io non credo. Nella mia carriera ginnica vorrei andare a un’Olimpiade. Se non è quella dell’anno prossimo, sarà quella del 2028, dove avrò comunque 21-22 anni. Quelle dell’anno prossimo sono vicine e secondo me è un po’ difficile. La speranza c’è ed è sempre l’ultima a morire. Ci metterò tutto l’impegno e la passione del mondo, poi se non dovessi andare non farebbe niente. Lavorerò di nuovo per fare quelle dopo.
Prossimi obiettivi 2024?
Vorrei cercare di vivermi tutte le gare come ho vissuto il mondiale di quest’anno, perché sono riuscita a prenderla in modo diverso. Ero sicura, decisa e vorrei che fosse sempre così. L’obiettivo è fare meglio ogni gara. Quindi non so, prendere il gradino più alto a trave, qualche altra finale. Però in linea di massima punto sempre a fare meglio; ogni gara è a sé, in ogni gara possono esserci imprevisti anche se sei pronta al massimo, vedremo che succederà.
Chi ti è piaciuto e ti ha impressionato di più vedere in questo Mondiale?
Simone Biles. Pensare che in un certo senso le stavo gareggiando contro mi fa capire che sono a un buon livello, non ancora al massimo ma comunque a un buon livello. Questo è stato ciò che mi ha dato una carica in più per affrontare al meglio questo mondiale. Ho pensato “me lo merito di stare qui”. La Biles è ovviamente irraggiungibile, però pensare di starle vicino e usare i suoi stessi attrezzi è già tanto per me. È un’emozione forte. Quello che mi ha emozionata di più è che è stata fuori dalle gare per qualche anno e poi è tornata e ha vinto un Mondiale. Anche per lei quest’anno è stato un mondiale diverso, anche perché il livello si è alzato e la vittoria non è stata più così scontata per lei. Ma forse è stato anche più bello, perché è brutto vincere facile. È bello vincere quando te la giochi fino alla fine e c’è una complicità con le altre ginnaste in gara. È questa la competizione e lei si distingue per questo, perché senza errori vince. La metà delle cose che fa lei non le fa nessuno. ho avuto la fortuna di vederla eseguire il “Biles” in gara a volteggio per la prima volta ed è stato spaziale.
Cosa ne pensi del fatto che lei è tornata dopo un periodo di “twisties”. A te è capitato?
C’è stato un periodo in cui ho provato una sensazione simile, ed è stato un dei motivi per cui ho voluto cambiare stile di vita e andare a Brescia. Facevo più fatica e non facevo le cose come volevo. Ho avuto un periodo buio in cui volevo smettere. Invece ho avuto vicino le persone giuste nel momento giusto che mi hanno aiutata a ritornare sulla retta via. Mi hanno fatto capire che non era il mio momento di smettere e che invece potevo fare altro. Per il momento avevano ragione, poi vedremo.
Seconda agli Assoluti dietro ad Alice D’Amato. C’è una possibilità di entrare in qualche Gruppo Sportivo?
Mi piacerebbe tanto, nei miei obiettivi c’è quello di entrare a far parte delle Fiamme Oro come le mie compagne di squadra. Mi piacerebbe diventare una professionista ed entrare a far parte di gruppo sportivo ti definisce di fatto una professionista. La ginnastica diventa così un lavoro a tutti gli effetti, che già lo è a livello di impegno e fatica, ma lo è ancor di più in quel modo. È una sicurezza in più per poter continuare a fare ginnastica con questo stile di vita qua.
Tu Veronica e Angela avete ruotato all’interno della squadra a sostegno delle grandi. Questa cosa vi ha unite ed è stato utile avere altre compagne della tua età vicino?
Avendo la stessa età e avendo fatto più o meno le stesse esperienze, come l’anno scorso io e veronica abbiamo debuttato al mondiale insieme, riusciamo a spalleggiarci a vicenda. Capiscono le difficoltà e le novità. È stato bello quest’anno “guidare” un pochino Arianna e Angela al loro primo mondiale, e sono state entrambe bravissime.
Termina qui la nostra intervista esclusiva a Manila Esposito, una novità nella squadra nazionale italiana degli ultimi anni che sembra non smettere mai di stupire ed incantare gli appassionati di questo meraviglioso sport con la sua eleganza e determinazione.