Non sempre le cose vanno come previsto. Non sempre ci accade ciò che ci aspettiamo. Eppure, a volte, nell’imprevisto, le situazioni si evolvono, si trasformano in ciò che di più emozionante e inaspettato possa capitarci: sperimentare.
Ed è quello che è successo nei giorni scorsi a Giada Grisetti durante gli Assoluti di Padova. Giada, ginnasta del Centro Sport Bollate, da diversi anni capitana della squadra in Serie A1, si è ritrovata a scendere in campo gara a questi Campionati Italiani Assoluti 2023 in una veste tutta nuova: l’allenatrice. Sì, perché, come dichiara Giada stessa sui suoi profili social, a seguito di un imprevisto dell’ultimo minuto la tecnica Monia Marazzi, che avrebbe dovuto accompagnare Letizia Saronni in gara, ha dovuto rinunciare a presentarsi in gara per motivi di salute. Un’esperienza mai vissuta da Giada, specialmente in un campo gara tanto importante, che invece da ginnasta aveva già calpestato.
Vista la circostanza unica e particolare, ci siamo messi in contatto con lei per approfondire e conoscere i dettagli di questa sua magnifica e insolita avventura.
Al contrario di quanto si possa pensare, Giada spiega che il cambio non è stato così sofferto; anzi, si può dire che si sia scoperta molto più esperta e intraprendente in tutto ciò che ha a che fare con l’organizzazione e la gestione della gara, forte degli anni e anni di gare alle sue spalle da ginnasta, e che è stato del tutto naturale per lei coordinare il pre-gara, le fasi di riscaldamento e i cambi di attrezzo.
Ciò che l’ha, invece, colpita è stata la sfera dell’incitamento e del sostegno nei confronti di Letizia, sua compagna di squadra in genere, che ora rappresentava la sua atleta e sua responsabilità:
“Ho provato delle emozioni completamente diverse rispetto a quando ci sono io sugli attrezzi in gara – racconta Giada – Sicuramente essere consapevoli che sei in campo non per te stessa, ma per far sì che la tua ginnasta (anche se pur sempre mia compagna di squadra) dia il meglio di sé, cambia il tuo punto di vista, perché bisogna essere bravi a gestire tutte le situazioni, imprevisti compresi, per far sì che la ginnasta sia il più serena possibile.”
Giada racconta anche che, essendo una ginnasta lei in primis, ha potuto comprendere meglio le possibili difficoltà, le sensazioni durante la gara e trovare il modo giusto in cui intervenire: era certa di poterla aiutare nel migliore dei modi in qualunque momento e circostanza.
Chiaramente, la diversa veste vestita dalla Grisetti ha influito anche su altri aspetti, cui Giada, e anche Letizia, hanno dovuto far fronte. Uno fra tanti, anche solo il rispetto della semplice regola che vieta una qualunque comunicazione tra ginnasta e allenatore durante l’esercizio di gara, consentito invece agli altri componenti della squadra, può fare la differenza in una situazione come questa: basti pensare al legame strettissimo che hanno sempre avuto le compagne di squadra del CSB, che a ogni gara si distinguono con un tifo sfegatato e affiatato.
Hai scritto che per te è stata dura non poter incitare a voce la tua compagna Letizia: essendo voi sempre state una squadra unitissima e con un tifo senza paragoni, quanto è stato importante, invece, parlarle prima di salire sull’attrezzo?
“Si un po’ ho sofferto a stare giù a guardare senza poter dire niente perché sono abituata a sgolarmi quando le mie compagne sono sugli attrezzi – conferma Giada – Letizia è una ginnasta molto istintiva e non ha bisogno di grandi parole, lei ha bisogno di sentire che c’è qualcuno vicino che la sostiene, quindi le dicevo solo due cose tecniche che magari in prova aveva “sbagliato”, le dicevo che sa fare tutto perché gli esercizi sono tutti memorizzati nella sua testa e doveva solo far fare al corpo il suo lavoro.”
Essere compagne di squadra ha fatto la differenza per le due, specialmente per Giada che è riuscita a trovare l’equilibrio giusto anche svolgendo un ruolo diverso da quello abituale. Anche per Letizia, però, è stata un’esperienza nuova e stimolante, vedendo la più grande della squadra sempre al suo fianco, ma stavolta come allenatrice e punto di riferimento ancor più importante:
“Letizia ha preso questa nuova esperienza con molta tranquillità. Penso sia normale considerando che ci alleniamo assieme tutti i giorni e ci conosciamo molto bene. Come ho detto questa avventura credo abbia creato un legame più stretto tra di noi, il fatto di condividere un ricordo così crea automaticamente un qualcosa in più,” racconta Giada a dir poco emozionata.
Ricordiamo che Giada Grisetti aiuta e aiuterà ancora la sua squadra nel Campionato di Serie A1 il prossimo anno come i precedenti. Non senza difficoltà di percorso, la rivedremo nei campi gara specialmente alle parallele, attrezzo in cui riesce a esprimersi al massimo non solo per le sue inconfondibili linee, ma anche per via di qualche acciacco che ha fatto sì che si potesse concentrare di più sugli staggi. “Al momento ginnicamente parlando sto lavorando molto alle parallele perché ho un problemino a una caviglia che mi tiro dietro da un po’ perciò agli altri attrezzi ho dovuto rallentare. Mi sto prendendo del tempo per curarla bene e riprendere al 100% tutti gli attrezzi e tornare in forma”, afferma Giada.
E per quanto riguarda, al contempo, la sua vita fuori dalla palestra la Grisetti è iscritta all’Università e sta portando avanti una strada per dopo la ginnastica:
“Con l’università sono alle battute finali, mi mancano un paio di esami e mi laureo in Scienze e Tecniche Psicologiche. Una volta laureata in triennale comincerò la magistrale anche se per ora non so ancora bene che strada prendere perché vorrei fare mille cose tutte bellissime e stimolanti. Dalla Psicologa sportiva alla Pedagogista. Solo il tempo mi aiuterà a decidere che strada intraprendere. Per ora sto concentrata sul presente.”
A proposito dell’ambito psicologico, fondamentale e spesso determinante in uno sport come la ginnastica, è interessante la connessione che i due ambiti, quello psicologico e quello sportivo, condividono inequivocabilmente. Giada ha saputo cogliere al meglio questi due aspetti, necessariamente in stretta cooperazione, facendoci riflettere sulla complementarità dei due:
“Sicuramente quello che sto studiando in queste situazioni mi aiuta molto perché capisco molto meglio come ragionano le persone in determinate situazione e il significato di certi comportamenti. Di conseguenza so come comportarmi – ovviamente ancora sto studiando e ho molto da imparare – Poi io di mio sono molto empatica e sensibile e anche questo penso che faccia tanto.”
Ringraziamo Giada Grisetti per aver condiviso con noi questa splendida avventura, con l’augurio di viverne altrettante e di rivederti presto sui campi gara!