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Simone Biles is back: “Ora lo faccio per me stessa”

Le parole della G.O.A.T. al termine del suo rientro ai Core Classic

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Chicago, Classic 2023 – Simone Biles torna in campo gara in occasione dei Core Classic 2023, dopo la sua ultima presenza in campo gara a Tokyo 2020 due anni fa.

La statunitense vince 3 titoli in una sola competizione, aggiudicandosi la vittoria All-Around, alla trave e al corpo libero. La ginnasta statunitense più forte di tutti i tempi è ufficialmente tornata, e com’è tornata!

Simone ha affrontato questa sua prima gara di rientro ufficiale con una grande carica e forza, trasmettendola a tutta l’arena che non aspettava altro che il suo ritorno. Come suo solito, nonostante presentasse esercizi “semplificati”, si fa per dire per una fuoriclasse come lei che stupisce sempre, è riuscita a sorprendere ulteriormente. Al volteggio, per esempio, ha presentato lo Yurchenko doppio carpio, salto che è proibito dal codice dei punteggi, ma che per una ginnasta esplosiva e tecnicamente talentosa come la Biles risulta “più semplice” di un doppio avvitamento e mezzo, che le era stato potenzialmente fatale durante la finale a squadre di Tokyo in cui era incorsa nei “twisties” (di cui abbiamo parlato anche qui), trovandosi costretta a ritirarsi.

Simone ci ha abituati molto bene, infatti totalizza un punteggio complessivo di 59.100 punti nel concorso generale con il programma “semplificato” e di ripresa, di cui il punteggio più basso è rappresentato dalle parallele (14.000), il suo attrezzo non di punta.

Al termine della gara ecco alcune delle dichiarazioni di Simone, emozionata e incredibilmente acclamata dal pubblico e dai giornalisti:

“Ho sentito da tutti molto supporto, anche dal pubblico e tutti quanti. A Tokyo non è stato così essendo in piena pandemia, anche se chiaramente la quantità di affetto e supporto che ho ricevuto sui social, Twitter e Instagram, è stata davvero shoccante per me; specialmente il fatto che così tante persone continuassero ad ammirarmi ed amarmi nonostante come fosse andata quell’Olimpiade per me. Mi riempie il cuore e non potevo chiedere di meglio.”

Cosa diresti agli atleti/atlete che combattono con la propria salute mentale?

“Consiglierei loro di prendersi una pausa a livello mentale. È stato difficile per me ma sono davvero contenta di averlo fatto. Ho potuto concentrami su di me e sto continuando a farlo, lavorando molto su me stessa e andando in terapia. Tutto quanto si è allineato e anche in palestra ora possiamo semplicemente concentrarci sulla parte tecnica.”

Tra le varie domande, la curiosità di tutti ha mirato a scoprire il come e il perché la Biles sia tornata in palestra e, infine, sui campi gara di alto livello.

“La prima volta che sono tornata ad allenarmi credo sia stato circa a settembre dello scorso anno, semplicemente per muovermi un po’, giocherellare e tenermi in forma. Verso ottobre e novembre ho continuato così, integrando qualche tentativo di combinazione ma sempre, come ho detto, per restare in forma e divertirmi un po’ in palestra. Poi col passare del tempo ho iniziato a riprendere la forma fisica di prima, allo stesso tempo ero presa dal matrimonio e tutta l’organizzazione che c’è dietro. Ho iniziato a fare gli esercizi senza pensarci troppo; io e i miei allenatori non abbiamo mai messo bene in chiaro cosa avrei fatto dopo, finché a un certo punto loro mi hanno detto che avremmo potuto gareggiare ai Classic, e io ho accettato: è venuto naturale. Non ce lo siamo detti direttamente in realtà, sia io che loro lo avevamo capito e lo sapevamo.”

Dopo il matrimonio, racconta la statunitense, si è messa con più impegno nella preparazione atletica, tecnica e psicologica per tornare a gareggiare proprio a questo evento. Come già detto, la Biles ci ha abituati bene, ma le ambizioni non devono mai superare un certo limite. Quel limite che solo gli atleti possono auto-imporsi:

“Ti sposi e tutti ti chiedono quando farai un figlio. Fai i Classic e tutti ti chiedono se punti alle Olimpiadi. Stiamo cercando di prenderla passo per passo.”

La naturalezza con cui Simone affronta ogni routine può farla sembrare leggera e spensierata, ma a quanto afferma lei stessa era molto nervosa: “Forse sembrava mi stessi divertendo, ma ero nervosa in realtà. Ho cercato di pensare a godermela e divertirmi; pensare che sono qui e che lo faccio per me stessa ha fatto una grande differenza. Ero un po’ nervosa per il volteggio, ma penso fosse più il mio subconscio. Nel senso, so che il mio fisico può fare molto bene e che è preparato, perciò ho pensato solo a fidarmi del lavoro che ho fatto finora e dell’allenamento che avevo alle spalle.”

È chiaro che la terapia e i vari mesi di pausa hanno giovato al suo benessere non solo fisico ma anche e soprattutto mentale, aiutandola ad affrontare la competizione in maniera più razionale:

“Vivere il momento, fidarmi di me stessa, dei miei allenatori e credere nelle mie capacità. Ho solo bisogno di ricordarmi più spesso che ogni cosa la so e la posso fare bene, che è da quando sono piccola che so fare tutto ciò. Sinceramente penso di essere più in forma ora che nel 2021, a Tokyo. Credo che sia un qualcosa che ha a che fare sia con il fisico che con la mente. Mi sento molto più preparata ora che a molti altri Classic a cui ho partecipato. Sono molto fiera e grata di avere i miei allenatori nel mio team, che sono stati i primi a prepararmi quando ho esposto la volontà di partecipare ai Classic, quest’anno come quelli passati.”

Simone conclude con una riflessione importante su quanto accaduto a Tokyo e ciò che ne è derivato:

“È stato come un “infortunio mentale”, che con il lavoro opportuno si è potuto risolvere. Dopo quello che è successo a Tokyo ho trovato dei modi per gestire i commenti negativi sui social. Perché è vero che ho tantissimi commenti di supporto, affetto ed entusiasmo, ma ci sono anche quelli davvero crudeli. Alla fine della giornata facciamo anche noi, che sappiamo di non fare cose “normali”, i conti con la vita normale. A Tokyo, dopo quello che mi era successo e senza il supporto della mia famiglia, girando per il villaggio olimpico ho potuto condividere la mia esperienza con molti atleti che avevano affrontato il mio stesso stesso problema durante la loro carriera, ma senza che nessuno ne parlasse davvero.”

“I’m doing it for me.” (The G.O.A.T.)

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Martina Paganelli
Nata e cresciuta a Bologna, attualmente vivo, mi alleno e lavoro nell'ambito della ginnastica a Civitavecchia. Ho 23 anni e sono entrata in contatto con questo meraviglioso sport all'età di 7, senza mai smettere di amarlo. Sono studentessa magistrale in Lingue per la Comunicazione Internazionale, amo scrivere e, since 2012, grande fan di @Ginnasticandoit, quindi eccomi qua!
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