Martine Buro è una ex ginnasta della Nazionale Juniores che ha gareggiato per diversi anni con la società Pro Lissone in Serie A.
Qualche giorno fa, Buro ha condiviso sui suoi social di essere affetta da tempo da artrite reumatoide.
L’artrite reumatoide è una malattia cronica che provoca dolore, gonfiore e rigidità articolare con limitazione del ventaglio del movimento e della funzione delle articolazioni colpite. Può provocare anche infiammazione ad organi interni (ad esempio polmoni, reni, cuore).
La rigidità delle articolazioni dura almeno un’ora, ma può arrivare a coprire una giornata intera. Le articolazioni normalmente colpite sono le dita delle mani, i polsi, i piedi, le ginocchia e le caviglie e il coinvolgimento è simmetrico.
La malattia comporta anche problematiche non legate alle articolazioni come stanchezza, malessere generale, perdita di peso, febbre, infiammazioni tendinee e anemia.
Si tratta quindi di una malattia con la quale è difficile convivere, a maggior ragione se si è anche un’atleta agonista. La nostra redazione ha contattato Martine Buro per porle qualche domanda.
Qual è stato il percorso che ha portato alla diagnosi?
Era fine Gennaio 2022 quando ero appena guarita per la seconda volta dal Covid e venivo da un anno molto complesso dovuto dai calcoli renali (un anno di ospedale, ogni mese ero in pronto soccorso a causa dei forti episodi di dolori al fianco) finché a fine Novembre 2021 i medici decisero di operarmi.
Dopo circa due settimane dal secondo Covid ricordo che iniziai a sentire le dita delle mani doloranti, mi si gonfiarono ed erano leggermente tumefatte da non riuscire nemmeno più a chiuderle.
Siccome in famiglia purtroppo ho due esempi con questa malattia, mia mamma e mia sorella, feci subito una visita dalla dottoressa immunologa da cui erano in cura loro e così decise di farmi fare degli esami del sangue in cui risultò un * che indicava che c’era un problema autoimmune.
In seguito feci un’ecografia alle mani e risultò una tenosinovite (infiammazione dei tendini), che sommata agli esami del sangue fece sospettare un esordio di artrite reumatoide.
Da quel momento ad oggi sono in cura presso il San Raffaele di Turro e sono costretta a prendere una terapia ogni sera.
I tuoi dolori sono iniziati quando eri ancora in attività? E in questo caso, come sei riuscita a conciliare l’agonismo con una malattia autoimmune e cronica che causa forti dolori alle articolazioni?
Quando ero ancora in attività ebbi un infortunio importante al ginocchio che portò all’esecuzione di due interventi e purtroppo alla fine della mia carriera, perché il chirurgo mi disse che non c’era più possibilità di proseguire ginnastica ad un livello così alto. Nonostante ciò decisi di fare un ultimo tentativo e gareggiare nuovamente in serie A, eseguendo solo le parallele per dare una mano alla mia squadra.
Finito il campionato smisi la carriera a malincuore ma nonostante ciò il mio ginocchio continuava a darmi problemi. Dopo qualche anno decisi di farmi vedere da un ortopedico portandogli una risonanza recente e non mi scorderò mai la sua domanda “ma tu hai per caso l’artrite reumatoide?”. Spiazzata dalla domanda gli risposi di no, che non avevo mai fatto accertamenti ma che in famiglia c’erano dei casi.
Sinceramente mi mise un dubbio ma non feci esami in quel momento perché da un lato c’era un po’ il timore di scoprire qualcosa e dall’altro mi stavo già curando per i calcoli renali e di stress ed ansia ne avevo a sufficienza. L’anno dopo, in cui poi si scoprì il tutto (2022), feci un’altra risonanza e un’altra visita ortopedica e risultò che il mio ginocchio oltre a tutto quello che già aveva in passato, avesse inoltre un inizio di artrosi dovuta appunto alla malattia.
Nel post hai accennato ai problemi giornalieri che affronti, ai giorni buoni e a quelli brutti. Quanto è difficile fare capire alle persone quanto la malattia condizioni la tua vita e quindi che i tuoi ritmi e i tuoi tempi per fare qualcosa possono essere diversi?
Come accenno nel post a volte mi ritrovo di fronte a situazioni un po’ scomode perché purtroppo non tutti riescono a capire che, nonostante la mia età con una malattia del genere le mie forze e le mie energie sono al 50% in meno rispetto ad una ragazza della mia età e che quel 50% rimasto mi deve durare per una giornata sopportando dolori costanti alle articolazioni.
A volte mi ritrovo a non riuscire nemmeno a camminare com’è successo qualche mese fa: le mie gambe si sono bloccate improvvisamente ed io non riuscii più a comandarle. Volevo muoverle ma non funzionavano. Fortunatamente mi trovavo vicino all’entrata di casa e c’era con me il mio fidanzato che mi aiutò a superare in tutti i sensi questa situazione.
Per me non è stato semplice accettare questa cosa e tuttora non lo è perché da ex atleta agonista sempre in movimento quasi 24 ore su 24, ritrovarmi a volte a non riuscire a muovermi e piangere dai dolori non è bello, ma piano piano ho imparato a vivere le giornate come vengono.
Se ho voglia di muovermi, fare qualche verticale o andare a ballare non ci penso due volte. I miei dolori sono costanti anche se non faccio nulla quindi non reprimo più nulla. Ho “imparato” a convivere con i miei dolori e non è di certo questa malattia a fermarmi. Anche se alle volte ce l’ha vinta lei io continuo a non arrendermi!