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Abusi e Ginnastica: Il caso francese scoppiato a Marsiglia

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Negli scorsi mesi in tante nazioni, Italia compresa, si sono susseguite denunce e conseguenti processi per abusi nell’ambito dello sport e della ginnastica. Stavolta i riflettori si sono accesi in Francia, dove negli scorsi giorni la sentenza di un tribunale e un servizio inchiesta sugli abusi nel mondo della ginnastica hanno scosso l’opinione pubblica.

LE ACCUSE E IL PROCESSO

Cinque ginnaste, tutte minori di 15 anni all’epoca dei fatti (che risalirebbero agli anni tra il 2010 e il 2021), hanno denunciato per abusi verbali e psicologici Vincent Pateau, il direttore tecnico del Pôle France di Marsiglia – un’importante struttura federale della cittadina nel sud della Francia.

Le accuse delle presunte vittime e dei loro genitori sono state riportate dal quotidiano francese L’Equipe, che ha parlato di atti di bullismo tradotti in osservazioni sul peso, frasi di scherno, parole volgari e offensive. Nelle loro denunce le cinque giovani sportive hanno descritto che vivevano in un’«atmosfera di terrore», parole non nuove all’ambiente della ginnastica.

Il Tribunale di Marsiglia ha accolto le presunte accuse ai danni del 44enne Pateau avviando un’indagine preliminare, e ad aprile dell’anno scorso la stessa procura ha ordinato il rinvio a giudizio di Pateau al tribunale penale. L’udienza è stata rinviata di nuovo a ottobre 2022 e il giudice ha pronunciato la sentenza di primo grado il 31 marzo di quest’anno. Nonostante Pateau sia stato assolto dalle accuse di due ragazze su cinque, è stato comunque condannato a 15 mesi di reclusione con sospensione condizionale. I legali di Pateau hanno fatto ricorso e il 4 maggio il tribunale di Marsiglia ha pronunciato la nuova sentenza: sei mesi di reclusione con sospensione condizionale e 10.000 euro di multa.

LE DICHIARAZIONI

La Procuratrice Véronique Fabron durante la sua requisitoria ha detto: «I metodi messi in atto per indurre gli atleti di alto livello a raggiungere importanti risultati devono comunque conoscere i limiti della legge».
Dal canto suo, Vincent Pateau si è difeso definendo i suoi comportamenti goffi e non privi di errori. Nella sua testimonianza, Pateau ha sottolineato che la ricerca della perfezione nelle performance e la pressione dell’ambiente secondo lui rendono normale vedere «una ginnasta che piange ogni mattina».

Dopo la pronuncia della sentenza, l’avvocata delle denuncianti Anne-Laure Rousset ha commentato così: «La voce delle ragazze si è fatta sentire. Per alcuni c’è delusione legata al fatto che non è stato emesso il divieto di esercitare la professione, ma sapevamo che il fascicolo era complicatoIo, invece, sono felice per le ragazze: avevano paura che la gente dicesse che avevano mentito. Al contrario, tutti si sono resi conto che la cultura dell’abuso nello sport non doveva continuare

La sentenza, infatti, non contiene il divieto di esercitare la professione per Vincent Pateau. La Procuratrice Véronique Fabron aveva lasciato la decisione alla discrezione del tribunale, che non si è espresso a riguardo, nonostante l’avvocato della Federazione Francese (che nel processo si è costituita parte civile), Mathieu Ribeyrolles, avesse descritto Pateau al quotidiano L’Equipe come: «Un uomo terribilmente intelligente che sa adattarsi al contesto e ai suoi interlocutori, lo stalker che sceglie le sue vittime, che le isola […] che fatica a distinguere ciò che rientra nella disciplina o nella punizione».

L’INTERVENTO MINISTERIALE

Pochi giorni dopo la sentenza, il canale France Télévisions ha mandato in onda un servizio nel programma Stade 2 che denuncia gli abusi subiti da sei ex-ginnaste durante la loro attività sportiva (del quale GINNASTICANDO.it parlerà nelle prossime ore). La messa in onda di questa inchiesta ha provocato una reazione della Ministra dello sport francese Amélie Oudéa-Castéra, che ha annunciato l’apertura di un’indagine e ha anche convocato il presidente della FFG James Blateau e il Direttore Tecnico Nazionale Kevinn Rabaud per un confronto immediato.

Nel loro colloquio è stato discusso, tra le altre cose, del caso di Pateau e del Pôle France di Marsiglia. Una delle decisioni della Ministra è stata quella di imporre a Vincent Pateau ciò su cui la giuria ha taciuto, ossia il divieto di allenare.

LA POSIZIONE DELLA FEDERAZIONE FRANCESE

La Federazione Francese di Ginnastica inizialmente non si è esposta in merito alla questione del Pôle France di Marsiglia. Ha dichiarato solo che nel corso degli anni sono arrivate meno di una decina di casi segnalati di molestie, verbali per la maggior parte e sessuali solo in due casi. La FFG ha dichiarato di essersi lanciata in una vera e propria “trasformazione culturale della ginnastica”, per dimostrare che lo sport di alto livello non è incompatibile col benessere fisico e psicologico dei propri atleti e delle proprie atlete.

Dopo l’incontro con la Ministra dello sport, la FFG ha dichiarato che provvederà a impegnarsi più efficacemente per combatte gli abusi per «passare da una ginnastica in bianco e nero degli anni ’70 a una moderna e a colori, dove l’obiettivo sarà quello di favorire lo sviluppo sportivo di pari passo a quello personale.»

La decisione sul Pôle France di Marsiglia, infine, è arrivata poche ore fa. Nonostante Pateau avesse già presentato le dimissioni, la Federazione Francese ha notificato la chiusura della struttura federale il 30 giugno prossimo.


L’attesa adesso è per il responso delle indagini avviate da FFG e dal Ministero dello sport francese sulla testimonianza delle sei ginnaste. La prossima udienza che riguarda il caso di Marsiglia vede, invece, come imputato l’allenatore polacco Pierre Ettel sempre del Pôle France di Marsiglia, che è stato accusato di abusi psicologici da una delle cinque denunciati di Pateau. Il suo processo è previsto per il 7 novembre prossimo. In Francia un’altra struttura di ginnastica femminile simile a quella di Marsiglia, il Pôle France di Saint-Étienne, è stata recentemente al centro di un’indagine su stupri e aggressioni sessuali commessi negli anni ’80 e ’90.  In quel caso, però, l’inchiesta è stata archiviata.

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Mariacarmela Brunetti
Mariacarmela Brunetti
Nata e cresciuta nel magico Sannio, la mia seconda casa da anni è Roma, dove sto per conseguire una laurea in Ingegneria. Faccio parte di GINNASTICANDO.it dal 2015 e attualmente sono Vicedirettrice, oltre che Editorialista e Redattrice per la Ginnastica Artistica.

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