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Il potere di essere squadra: l’Italia splende agli Europei di Antalya

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Si sono appena conclusi i X Campionati Individuali di Ginnastica Artistica maschile e femminile.

Anche questa edizione ha regalato grandi emozioni alle appassionate e agli appassionati di ginnastica e la delegazione italiana si è tolta tantissime soddisfazioni, premio meritato e quasi naturale, ma non scontato, di tutti gli anni di duro lavoro.

Non è scontato perché, lo abbiamo detto molte volte, questo sport è complicato per tutto il carico emozionale che si porta dietro: in meno di due minuti gli atleti e le atlete devono condensare ore e ore di impegno e sudore. E questo non è certamente un compito facile.

I ginnasti e le ginnaste italianə sono riuscitə a portarlo a termine e lo hanno fatto insieme.

Questo Europeo, che sembrava partito in salita a causa del forfait di Martina Maggio e del capitano azzurro Nicola Bartolini, con le squadre ulteriormente debilitate da infortuni pre-partenza, si è invece rivelato un altro piccolo pezzo importante per la storia della ginnastica artistica italiana.

L’ItalGAM ha migliorato l’argento dello scorso anno vincendo il primo oro europeo a squadre nella storia e l’italGAF ha nuovamente dimostrato di essere una delle migliori squadre europee conquistando l’argento dietro alla Gran Bretagna.

Se le medaglie di squadra sono una conferma del livello degli atleti e delle atlete italianə, le medaglie di specialità avvalorano ulteriormente il lavoro di questi anni: la medaglia alla sbarra, quell’argento di Carlo Macchini che il ginnasta fermano ha inseguito per diverse edizioni e ha finalmente conquistato, mancava dall’europeo di Amsterdam 2007.

La medaglia d’oro alle parallele di Alice D’Amato scrive invece una pagina totalmente nuova nella storia dello sport italiano. La ginnasta ha trascinato la squadra con grinta e determinazione, conquistando ben quattro finali su cinque e raccogliendo il testimone della sorella nel concorso individuale, ma conquistando le medaglie all-around e alle parallele col suo sudore, con la sua fatica.

Manila Esposito poi, arrivata ad Antalya da riserva con dei problemi a un ginocchio e una caviglia, ha dimostrato di essere una straordinaria all-arounder e specialista, coronando la sua prima spedizione europea con un argento alla trave; medaglia assente in Italia da ben undici anni. Ricordiamo che ha soltanto 16 anni.

Foto: Simone Ferraro

La stessa età di Angela Andreoli, alla sua seconda esperienza in un Campionato Europeo, la prima da titolare. Un’eredità non semplice, quella di sostituire Martina Maggio, ma che Andreoli ha saputo eseguire nel migliore dei modi, contribuendo alla medaglia d’argento di squadra.

Asia D’Amato è tornata a otto mesi dall’infortunio di Monaco per aiutare la squadra e per prendersi un altro argento europeo a volteggio: una medaglia che ha il sapore di una quadratura del cerchio.

La capitana Giorgia Villa, il collante della squadra, è nuovamente risultata una delle migliori paralleliste d’europa, trovandosi ancora una volta – per la terza consecutiva – ai piedi del podio. Un quarto posto e una medaglia di legno che non rendono onore a tutto il lavoro e la costanza di Villa e che non tolgono alcun valore a questa ginnasta che ha sempre portato alti i colori dell’Italia nel mondo.

Stesso destino per un ritrovato Marco Lodadio, tornato in grande stile in un campionato europeo dopo quattro anni di assenza. Un rientro in top eight agli anelli e con una salda prestazione in qualifica che ha aiutato la squadra a salire sul gradino più alto del podio.

Lorenzo Minh Casali e Matteo Levantesi, nonostante siano arrivati in Turchia in forma non ottimale, hanno saputo confermare quanto fatto all’Europeo dello scorso anno: Casali per il secondo anno consecutivo è entrato nella top ten nel concorso individuale; Levantesi è ancora una volta uno dei migliori otto parallelisti europei.

Yumin Abbadini, anche lui presente a Monaco, è riuscito a esprimere tutto il suo potenziale, non solo entrando in finale al cavallo con maniglie, ma concludendo l’all around al sesto posto.

Non meno importante è stato l’apporto dell’altro fermato della spedizione azzurra, Mario Macchiati: i suoi esercizi a cavallo, a volteggio, a parallele, a sbarra e a corpo libero sono stati essenziali per quell’oro storico di squadra.

La chiave di questo Europeo è proprio questa: essere squadra nel significato più vero e viscerale, come tratto identitario, e vivere come tale.

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Giulia Silvestri
Nata e cresciuta a Bologna, laureata in giurisprudenza, ho una passione viscerale per la ginnastica. Da quando avevo 11 anni, a fasi alterne tra vari problemi fisici, sono sempre tornata al mio amato tavolato.
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