Dopo l’annuncio del suo ritiro agli europei di Monaco nel 2022, il team di Ginnasticando.it è riuscito a mettersi in contatto con una storica bandiera della nazionale tedesca femminile: Kim Bui.
Il 4 marzo è uscito il suo libro dove racconta tutta la sua storia, riuscendo ad ammettere anche periodi della sua vita difficili dei quali non era ancora riuscita a parlarne con nessuno. Un titolo significativo quello dato dalla ginnasta:
45 Sekunden.
Meine Leidenschaft fürs Turnen – und warum es nicht alles im Leben ist: Ein Plädoyer für menschlicheren Leistungssport.
(45 secondi.
La mia passione per la ginnastica e perché allenarsi non è tutto nella vita: un appello per rendere l’agonismo sportivo più umano)
INTERVISTA
Il tuo libro è uscito il 4 marzo, cosa ti ha spinto a scriverlo?
La richiesta dall’autore è arrivata nel 2021, subito dopo le olimpiadi. All’inizio non avevo ben capito quale fosse il suo obiettivo, ma ad un certo punto è diventato chiaro che volesse scrivere una biografia su di me. Dopo alcune chiamate l’ho incontrato di persona. Subito ero scettica sul fatto che potessi scrivere una biografia così giovane, però mi ha convinta velocemente sul fatto che nonostante la giovane età avessi molto da raccontare. Nella primavera del 2022 l’ho incontrato per diversi giorni per rispondere a tutte le domande che lui aveva sulla mia vita.
Nel tuo libro non parli solo di ginnastica. Quali sono stati i capitoli più difficili da scrivere e quale messaggio volevi inviare?
Il capitolo più difficile da scrivere è stato quello sui disturbi alimentari. Non ne avevo mai parlato fino a quel momento. Però, prima di iniziare il lavoro con l’autore ho avuto l’occasione di incontrare una persona che ha passato un periodo simile al mio. Lei, però, aveva già superato questo momento ed era riuscita a trovare le parole per raccontarlo. Era la prima volta che parlavo a qualcuno dei miei disturbi alimentari e mi sono sentita bene. Dopo questo ho deciso che lo avrei raccontato nel mio libro. E se riuscissi a dare, anche solo a una persona, la sensazione di non essere da sola, allora sarà servito raccontare la mia storia.
C’è qualche possibilità che il tuo libro venga tradotto in italiano o in altre lingue?
Al momento questa opzione non è stata presa in considerazione.
Durante la tua carriera sei riuscita a prendere un master in biologia, è stato difficile unire lo studio alla tua carriera agonistica?
È stato difficile. Mi è servito del tempo per gestire tutte le cose e riuscire a portarle a termine. Inoltre, mi è servito molto più tempo rispetto ai miei compagni di studio per completare il master, però sono molto orgogliosa di me stessa per aver preso questo master mentre facevo ginnastica.

Guardando alla tua carriera, percepisci qualche differenza da quando hai iniziato ad ora?
Certamente molte cose sono cambiate. Gli attrezzi e il codice dei punteggi sono cambiati, ma anche il comportamento degli allenatori. Inoltre anche l’ambiente è cresciuto. Per esempio ora abbiamo più voce come atlete e ci sono anche pasti migliori.
Quest’estate, dopo una lunga carriera, ti sei ritirata dal mondo della ginnastica. Come ti sei sentita? Come hai preso questa decisione?
È stato veramente difficile prendere questa decisione, ma non me ne pento. Sono ancora molto contenta della decisione e quello che è successo agli europei di Monaco è stato stupendo. Davanti al pubblico di casa, una medaglia di bronzo incredibile con la squadra, la standing ovation dal pubblico e così tanto apprezzamento per la mia performance.
Pensando alla tua carriera: qual è stato il momento migliore? E il peggiore?
I momenti migliori della mia carriera sono stati: la medaglia di bronzo individuale agli europei di Berlino nel 2011. Il sesto posto nella finale a squadre ai Giochi Olimpici di Rio 2016 e la conclusione della mia carriera a Monaco con la storia medaglia di bronzo a squadre. In più, ovviamente, tutte le competizioni e i posti che ho visitato.
I momenti peggiori, invece, sono stati quando mi sono infortunata. I miei due più grandi infortuni sono stati nel 2010 e nel 2015 al legamenti del crociato. Ora, finalmente, posso dire che anche il periodo dei disturbi alimentari è stato uno dei peggiori della mia vita.
KIM BUI
Uno dei punti fermi della nazionale tedesca. Kim Bui ha rappresentato la nazionale tedesca a ben 3 giochi olimpici: Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 202one.
Nel 2022, agli europei di Monaco, davanti al pubblico di casa nella sua ultima competizione, dopo l’annuncio del ritiro, ha vinto la medaglia di bronzo con la squadra.
Ma, la vita della campionessa non è stata solo nel mondo della ginnastica, infatti, nel 2015 si è laureata in biologia e dopo le olimpiadi di Rio ha iniziato un master sempre in biologia.