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Denunce nel mondo della Ginnastica: le indagini di Monza e Brescia e il processo a Treviso

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Sono attualmente tre le inchieste in corso in tre diverse Procure della Repubblica, delle quali si hanno conoscenza.

Due di queste riguardano il mondo della ginnastica ritmica, una la ginnastica artistica.

Entrambe le discipline, così come l’aerobica, sono state investite da tantissime denunce di atlete e atleti di rilievo nazionale e non.

MONZA

La Procura della Repubblica di Monza sta indagando sulle denunce di Anna Basta e Nina Corradini, ex farfalle azzurre e qualche giorno fa ha rilasciato un comunicato nel quale ha informato di avere iscritto due persone nel registro degli indagati per il reato di cui all’art 572 del codice penale, maltrattamento contro familiari e conviventi.

Le due persone indagate sarebbero Emanuela Maccarani e Olga Tishina e la loro iscrizione nel registro sarebbe avvenuta anche grazie a quanto appreso dalla Procura dopo il sequestro di sei cellulari, tre dei quali appartenenti a tre ginnaste, tre dei membri dello staff della nazionale.

In relazione alle denunce formalizzate delle ex ginnaste della squadra nazionale italiana, il 4 Gennaio è atteso il verdetto dell’indagine della Procura Federale.

BRESCIA

A Brescia sono ancora in corso le indagini del procuratore capo Francesco Prete e del pubblico ministero Alessio Bernardi che hanno raccolto l’esposto presentato in Procura delle madri di due atlete di ginnastica ritmica, le quali hanno riferito che le figlie avrebbero subito abusi fisici e psicologici in palestra.

L’indagine è stata avviata ad Agosto 2022 e, al momento, il fascicolo è stato aperto contro ignoti.

TREVISO

Anche a Treviso è stata portata avanti un’indagine che, di recente, ha comportato il rinvio a giudizio di un’allenatrice della Gymnasium.

Si tratta di Moira Ferrari, direttrice tecnica GAF della società suddetta, che dovrà difendersi dall’accusa di abuso dei mezzi di correzione, reato di cui all’art 571 del codice penale.

A fine Ottobre 2023 si terrà la prima udienza del processo.

Le indagini nei confronti di Moira Ferrari furono avviate in seguito a un esposto di due genitori di una ex ginnasta della Gymnasium che denunciarono due episodi nei quali la figlia avrebbe ricevuto delle sberle dall’allenatrice. Gli episodi risalgono a metà 2016 il primo e al Gennaio 2017 il secondo.

In data odierna si apprende, tramite La Tribuna di Treviso, che Ferrari ha depositato la memoria difensiva nella quale parla dell’episodio contestatole: una giovane ginnasta sbagliò un elemento a trave cadendo, per questo motivo lei accorse nei pressi dell’attrezzo e “una volta giunta alla trave mi sono ritrovata davanti Giulia (nome di fantasia, n.d.r.) praticamente illesa e istintivamente, certamente per la paura che io stessa ho provato vedendola cadere, le ho dato uno schiaffo, accompagnandolo con un rimprovero, ricordandole che anche un singolo momento di disattenzione poteva avere conseguenze gravi sulla sua salute.

Si tratta degli stessi episodi per i quali l’allenatrice venne indagata anche dalla Procura Federale nel 2017. In quel caso patteggiò una sanzione senza incolpazione: venne sospesa per 30 giorni e fu condannata a pagare 300€ di ammenda.

Questa modalità è prevista dal Codice di Giustizia Sportiva all’art 48 – Applicazione di sanzioni su richiesta e senza incolpazione e dall’art 85 comma 1 del Regolamento di Giustizia e Disciplina della Federazione Ginnastica d’Italia: in questo caso i soggetti indagati possono accordarsi con il Procurazione Federale per l’applicazione di una sanzione, indicandone il tipo e la misura.

Il Procuratore Federale deve informare di questo accordo il Procuratore Generale dello Sport che ha dieci giorni di tempo per formulare rilievi.

Nel caso di Moira Ferrari il Coni ha avallato la richiesta di patteggiamento il 13 Novembre 2017 e il 2 Dicembre di quell’anno l’allora Procuratore Federale Michele Rossetti ha dichiarato efficace lo stesso.

La palestra della società Gymnasium, al centro delle vicenda di Treviso, è la stessa nella quale si sono allenate le ex ginnaste Laura Sirna, Virginia Scardanzan, Simona Di Giammarino e un’altra atleta rimasta anonima, che a Novembre dello scorso anno hanno raccontato sui social e sui giornali la loro esperienza e gli abusi subiti da un’allenatrice, della quale non hanno fatto il nome.

Inoltre, alcune ginnaste tesserate alla Gymnasium, tra le quali Sirna, furono contattate nel 2012 per testimoniare nell’ambito di un’indagine per sospette violenze perpetrate da parte di un membro dello staff.

Ne parla la stessa Ferrari nella memoria difensiva, dalla quale apprendiamo che nel 2012 furono anche installate delle telecamere all’interno della palestra. L’indagine tuttavia si arenò e fu archiviata.

Tornando al processo che prenderà il via nel Tribunale di Treviso quest’anno, è importante sottolineare che, essendo gli episodi risalenti a più di sei anni fa, c’è il rischio che il reato cada in prescrizione prima che si arrivi a una sentenza di qualsiasi tipo.

L’augurio è che i tempi della giustizia non siano d’ostacolo alla ricostruzione degli avvenimenti e che, almeno nei casi che si trovano ora in fase preliminare a Brescia e Monza, essi non siano così lunghi da comportare il rischio di prescrizione dei reati per i quali sono stati aperti i fascicoli d’indagine.

Questo a prescindere da come le indagini evolveranno e dalla decisione che verrà presa dai pubblici ministeri nel merito.

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Giulia Silvestri
Nata e cresciuta a Bologna, laureata in giurisprudenza, ho una passione viscerale per la ginnastica. Da quando avevo 11 anni, a fasi alterne tra vari problemi fisici, sono sempre tornata al mio amato tavolato.
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