Nicholas Visintin, goriziano classe 1988, è stato vice campione nazionale assoluto di Parkour nella categoria Speed nel 2019, 2020 e 2021. Quest’anno a Rimini ha ceduto il secondo posto a Luca Demarchi, suo allievo alla Dinamic Gym.
Prima di far parte della nazionale di Parkour, è stato un ginnasta di TeamGym ed è stato convocato con la nazionale a due Europei.
Nasce come atleta nella società U.G.G. Unione Ginnastica Goriziana; in seguito con alcuni insegnanti di quest’ultima, tra i quali Ornella Padovan – attuale DTN della nazione di TeamGym – ha creato la Dinamic Gym.
Ai nostri microfoni ha parlato della sua esperienza di atleta che a ventotto anni, anziché pensare al ritiro, ha cambiato disciplina raggiungendo alti livelli.
Hai iniziato ad andare in palestra da giovanissimo. Come hai iniziato? Già da piccolo praticavi TeamGym?
Sono 28 anni che salto. Ho iniziato con la ginnastica artistica quando avevo sei anni fino ai diciassette anni circa; poi sono passato a GymTeam (poi diventato TeamGym).
A ventisei e ventotto anni ho vestito la maglia azzurra partecipando a due campionati europei di TeamGym, a Reykjavík nel 2014 e a Maribor nel 2016.
Mi reputo una persona che ha sempre voluto migliorarsi e che con la dedizione è arrivata dove sono arrivato oggi.
Qual è la tua esperienza nella nazionale di TeamGym?
La mia esperienza nella nazionale è stata stupenda. Facevo parte della squadra Senior Mista, composta da 5\6 maschi e 5\6 femmine con alcuni dei quali sono ancora in contatto dopo tanti anni.
È stata una delle esperienze più belle della mia vita: fare il floor insieme ai miei compagni di squadra è stato, per me, l’esercizio e il momento più bello in assoluto.
La mia carriera nel TeamGym è finita con una qualifica all’Europeo da protagonista e una finale vista da riserva, quindi ho un po’ di amaro in bocca. Eravamo stati la prima squadra italiana a qualificarsi in una finale europea (all’Europeo del 2016, n.d.r.) e dopo aver preso parte alla qualifica, in finale mi hanno messo in riserva.
Come ti sei appassionato al Parkour nel corso degli anni?
Come mai nel 2016 hai deciso, anziché ritirarti, di cambiare disciplina e dedicarti completamente al Parkour?
Nel 2016, dopo l’europeo, la mia direttrice nonché attuale DTN del TeamGym Ornella Padovan (che è anche head coach della Dinamic Gym) mi ha detto che avrei dovuto scegliere. La scelta era tra restare nella nazionale italiana di TeamGym e partecipare a un altro Europeo o fare Parkour.
Premetto che da piccolo, senza neanche saperlo, praticavo già Parkour perché abitavo in una casa vicino a uno dei due parchi più grandi di Gorizia e mi arrampicavo su qualsiasi monumento/albero che ci fosse.
Io amo il Teamgym, però iniziare un nuovo percorso diverso da quello che avevo fatto fino a quel momento mi ha spronato molto a impegnarmi, nonostante avessi già 28 anni e molti atleti si ritirano anche prima di quell’età.
Però io, quando entro in palestra, amo quello che faccio, amo saltare e ho bisogno di allenarmi. Sento che ho ancora molta voglia d’imparare.
La complicità che hai vissuto con i tuoi compagni e le tue compagne di squadra di TeamGym l’hai ritrovata anche nel Parkour?
Sì, ho trovato delle persone che è come se fossero miei fratelli. È un po’ diverso perché siamo tutti maschi e siamo tutti sparsi in giro per l’Italia, dalla Sicilia alla Lombardia. Siamo una squadra molto unita e anche ai campionati italiani, nonostante siamo uno contro l’altro, ci facciamo il tifo a vicenda. (di questo clima di condivisione che c’è nel Parkour abbiamo parlato anche qui, n.d.r.).
Come concili il tuo lavoro con l’attività agonistica?
La conciliazione tra lavoro e allenamento non è facile perché lavoro molte volte anche di notte (Visintin è ferroviere, n.d.r.) quindi mi trovo a dover gestire il riposo in maniera non univoca.
Ad esempio quando so che devo allenarmi e fare pesi mi alzo la mattina presto: alle 6 sono già in palestra, alle 7:45 finisco e vado a lavoro fino alle 16:30, stacco e alle 17 vado in palestra fino alle 21 perché ho i corsi pomeridiani e so che quel giorno non riesco ad allenarmi (Visintin è anche allenatore di Parkour, n.d.r.).
Non è facile ma non è un peso; se lo fosse, lo sarebbe stato fin dall’inizio e non mi avrebbe permesso di arrivare fino a dove sono arrivato. È difficile, ma amo quello che faccio.
In più sei anche allenatore: uno dei tuoi allievi è Demarchi che ha debuttato in Nazionale questo autunno ed è partito per i primi mondiali di Parkour. Sei suo allenatore e anche suo rivale, poiché entrambi praticate la Speed. Come concili le due cose?
Luca è uno dei miei allievi, atleta, amico e primo rivale che ci sia e sono molto fortunato ad avere un allievo così forte con il quale potermi e poterci confrontare sempre.
Abbiamo un riferimento a livello nazionale: nell’ultima gara (Campionati Italiani di Parkour 2022, n.d.r.) siamo arrivati entrambi a podio e quindi sappiamo che se uno è forte e l’altro gli è vicino, vuol dire che stiamo lavorando nel modo giusto.
Alla World Cup di Sofia Luca ha fatto benissimo. I tecnici della nazionale mi hanno permesso di stargli molto vicino anche tra le varie gare: abbiamo lavorato molto sulla testa ed è riuscito a portare a casa una medaglia di bronzo quindi è stata una grande soddisfazione.
Io non sono arrivato al 100% della mia forma fisica, mentre lui al suo debutto ha dato il massimo che poteva dare e infatti ha fatto una gara eccezionale.
Questa però non mi ha permesso di andare in Giappone al Campionato del Mondo, per il quale ero stato selezionato le ultime tre volte, ma a causa Covid era stato sempre rinviato (a Tokyo sono andati i primi tre atleti, Visintin a Sofia è arrivato quarto, n.d.r.).
Hai 34 anni e sei uno dei migliori atleti italiani di Speed. Pensi al ritiro o continuerai a sfidarti finché capirai di avere margine di miglioramento?
Dopo la gara di Sofia avevo pensato al ritiro, perché dopo che non mi avevano selezionato per il mondaile sono rimasto molto deluso da me stesso e avevo pensato a lasciare a livello alto, ma mai del tutto.
Dopo un mese di varie valutazioni, ho pensato che alla mia età sono riuscito a raggiungere nei due sport che io amo la maglia azzurra: non è una cosa che capita a molti atleti riuscire in due discipline diverse ad indossare la maglia dell’Italia.
Dall’altra parte mi trovavo a pensare che nel Team Gym ho finito la mia carriera con un Europeo in riserva, non volevo concludere la mia carriera di Parkour con un sogno che non sono riuscito a realizzare.
Da quel momento ho cambiato tutto: preparazione fisica, alimentazione, metodologia e tipologia di allenamento. Mi alleno un giorno in meno, ma in maniera più mirata.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Il mio prossimo obiettivo è fare un ottimo risultato al Campionato Italiano: confermarci come squadra più veloce d’Italia, cosa che siamo riusciti a fare per gli ultimi quattro anni, e provare a battere Luca, che non sarà una cosa facile.
Gli altri miei obiettivi sono provare a riconfermarmi nella squadra nazionale e tra due anni partecipare e meritarmi la partecipazione a un Campionato del Mondo.
Molte persone mi hanno detto che è difficile allenarsi, essere forte e allenare contemporaneamente. Una motivazione personale è far vedere che se uno ha la determinazione e la voglia di fare, di vincere e di arrivare e ha un obiettivo in testa, qualsiasi siano le condizioni ce la può fare.
Io voglio essere un atleta fortissimo e in più voglio essere un allenatore fortissimo e voglio dimostrare alle persone che è possibile.
C’è qualcosa che vuoi aggiungere? Qualcuno che vuoi ringraziare?
Vorrei ringraziare la Dinamic Gym perché sostiene il mio lavoro e quello degli altri ragazzi della squadra e Francesco Venturelli, allenatore della Brixia Brescia, che ho conosciuto in nazionale e che mi ha aiutato molto a migliorare.
Ringrazio anche gli altri tecnici della nazionale Marco Bisciaio e Roberto Carminucci, il mio fisioterapista Francesco Grazzina, che mi segue da sempre, tutti gli amici che credono ancora in me e la mia ragazza che mi supporta giorno dopo giorno.