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Ritmica, fiume di dichiarazioni. Le testimonianze si allargano ad altre discipline.

Corradini, Basta e (purtroppo) tante altre... C'è anche chi difende il movimento e la disciplina rigorosa che richiede. Denunce anche dalla ginnastica aerobica.

In Evidenza

Sono giorni concitati per la ginnastica ritmica. Nei giorni scorsi la procura di Brescia ha aperto un dossier sulle violenze psicologiche denunciate da Basta e Corradini. Poiché non è stato fatto alcun nome dalle due atlete, potrebbe trattarsi di un’inchiesta contro ignoti.

Le interviste di Anna Basta e Nina Corradini stanno aprendo la strada a tante testimonianze simili a quelle delle due ex-Farfalle.

Tante ginnaste ed ex-ginnaste stanno condividendo la propria storia e il proprio vissuto sui social, un po’ come accadde in Italia con #quellavoltache e negli Stati Uniti con il #metoo, due movimenti nati per denunciare molestie e violenze sessuali.

Anna Basta sta facendo da cassa di risonanza. Da quando ha deciso di iniziare a parlare del dolore che si nascondeva dietro ai suoi sorrisi – con un primo passo nel 2020 – ha dato voce a tante esperienze simili, come possiamo leggere sotto i suoi post su Instagram o nelle storie che lei stessa sta condividendo in questi giorni.

Si tratta di esperienze personali di ragazze e/o donne, anonime o che hanno deciso di metterci la faccia, alcune che hanno praticato agonismo, altre no: il racconto che accomuna tutte loro è quello del controllo del peso e delle umiliazioni subite in merito allo stesso.

GIULIA GALTAROSSA E LE ALTRE TESTIMONIANZE

Dopo Corradini e Basta, ha parlato anche Giulia Galtarossa

Galtarossa ha fatto parte della nazionale italiana di ginnastica ritmica dal 2008 al 2011. A distanza di qualche mese dall’addio alla nazionale o, secondo quanto racconta la ex ginnasta, da quando è stata messa fuori dalle titolari, un anno prima di Londra 2012, “perché avevo 2-3 chili in più“, è stata chiamata come assistente a Desio ed ha accettato.

Il motivo lo spiega lei stessa raccontando che una volta fuori dalla squadra prese 25 kg in 3 mesi: “Ero depressa, non parlavo con nessuno, mangiavo di notte. Quella chiamata fu la luce (la chiamata dalla nazionale per diventare assistente, n.d.r.), mi avrebbe permesso di riscattarmi. Però mi sono sempre rifiutata di pesare le ginnaste. Mi sono battuta più volte, invano, fino a quando ho rivissuto delle scene brutte“.

Le scene brutte a cui fa riferimento potrebbero essere riconducibili a quelle di cui parla in un post di Instagram, dove racconta del periodo vissuto in nazionale. Fa riferimento a un controllo del peso “assiduo e condito da commenti umilianti” e ai suoi problemi con il cibo nati da questa esperienza.

Quando ha chiesto aiuto, infatti, le è stato diagnosticato il disturbo da alimentazione incontrollata.

Anche alcune ginnaste ed ex ginnaste che hanno gareggiato con la nazionale italiana da individualiste, hanno denunciato un sistema di abusi psicologici.

Ne ha parlato Chiara Ferri al TG3, oggi ventenne, che racconta di non riuscire più a salire su una bilancia da cinque anni. È stata individualista della nazionale nel 2016. Le vessazioni che avrebbe subito dall’allenatrice riguardano, nel suo caso, anche le sue difficoltà legate al deficit dell’attenzione e ai problemi di apprendimento certificati.

Sara Branciamore, altra ginnasta dallo spessore nazionale (ex campionessa italiana nel 2013), raggiunta dal telegiornale descrive il medesimo copione: il cibo che mangiava veniva razionato dalla sua allenatrice, mangiava di nascosto e vomitava prima di essere pesata più volte al giorno e ancora oggi ne porta le conseguenze sul suo corpo.

Rebecca Riccò, convocata diverse volte come individualista nella nazionale Junior per rappresentare l’Italia in diverse competizioni internazionali, ringrazia Anna Basta e Nina Corradini per aver parlato anche per chi non ne ha avuto la forza.

La ginnasta, oggi appena diciottenne, non racconta quello che ha passato nello specifico, ma esprime un disagio e una sofferenza profonda per quanto le è accaduto in passato.

OLTRE IL DOLORE – L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

Il mare di dichiarazioni che stanno inondando social, giornali e televisione, non testimoniano soltanto un sistema basato sull’umiliazione delle atlete.

A partire proprio da Nina Corradini, molte ginnaste ci tengono a sottolineare che la ginnastica ritmica è anche altro, non tutto il sistema è marcio.

Qualche giorno fa la ginnasta ha condiviso una storia rivolgendo queste parole a Julieta Cantaluppi e a Kristina Ghiurova (madre di Cantaluppi): “La ginnastica ritmica ha due facce della medaglia. E quella bella per me sono loro. Persone che ti insegnano a vivere oltre che a lanciare clavette, ti insegnano la determinazione e il coraggio e che non importa come sei, l’impegno e la costanza prevalgono su tutto. Persone che ti trattano come un essere umano, con le sue debolezze e fragilità, non come una pedina che può essere cambiata da un momento all’altro. Io vi ringrazio per avermi fatto amare la ginnastica, per avermi fatto amare faticare, sapendo che in palestra oltre al sudore ci sarebbero state le risate. Vi voglio un’infinità di bene.”

Alice Aiello, ex ginnasta passata negli ultimi anni alla Ginnastica Fabriano, parla anche della sua esperienza in questa società con l’allenatrice Cantaluppi e della serenità ritrovata grazie all’accoglienza ricevuta.

Alice Aiello,

Ci ha tenuto a dare la propria testimonianza ai nostri microfoni, una ex atleta dell’Armonia D’Abruzzo, Serena Cappola sottolineando che è bene distinguere “ciò che lo sport agonistico comporta (disciplina impegno, dedizione), da quello che alcune persone ne fanno (umiliazioni, tensioni, maltrattamenti ed esasperazioni da gara)“.

A questo coro, venerdì 4 si è aggiunta anche Anna Basta, che ha voluto precisare nelle sue storie che “ci sono stati momenti stupendi, risate […] Ho vissuto tanta gioia, anche perché questo sport è stato e rimarrà la mia vita. Ho vissuto anche ambienti importanti come la squadrona juniores, che mi hanno fatto stare bene e ricordo con tanto affetto […]

OLTRE LA RITMICA

Nella serata di Venerdì 4 Novembre è stata resa pubblica una nota degli ex ginnasti e ginnaste della Nazionale Junior di Ginnastica Aerobica. Davide Donati, Emanuele Caponera, Elena Torcellan, Maria Chiara Albergati, Maria Teresa Scuotto, Annette Vaccaroni, Linda Zennaro, Gaia Brambilla, Maura Coti, Federica Ruggiero, Federica Ronga, Jessica Gatti, Paolo Conti, Rossella Vetrone, Gioia Pettinari, Sara Natella, Camilla Convertino, Benedetta Scotto di Freca, Daria Della Ragione hanno condiviso sui loro profili social questo comunicato:

In qualità di ex ginnasti ed ex membri della nazionale junior di ginnastica aerobica, non possiamo che unirci alle colleghe, e amiche, della ginnastica ritmica – Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa – e alle dichiarazioni da loro coraggiosamente rilasciate negli ultimi giorni.

Le parole di Nina, Anna e Giulia sono anche le nostre parole. Gli anni trascorsi nella nazionale junior di ginnastica aerobica ci hanno visto spesso gioire, ma altrettanto spesso sopportare comportamenti abusivi: le pesate quotidiane (più volte al giorno), le ispezioni del corpo in riga, le diete oltremodo rigide in assenza di qualsiasi supporto medico, gli appellativi umilianti, le parole di scherno, il clima di costante terrore.

All’epoca ci siamo limitati a subire in silenzio: eravamo dei ragazzini, in un mondo in cui quella sembrava essere la “normalità”, il “giusto” prezzo da pagare per realizzare i nostri sogni.

Oggi, però, siamo adulti e consapevoli che non c’era nulla di “normale” o “giusto” in simili comportamenti. Uniamo le nostre voci a quelle di Nina, Anna e Giulia, nella speranza che la ginnastica possa crescere come disciplina improntata al rispetto, lasciandosi finalmente alle spalle quegli effetti collaterali non dovuti e non necessari, che nessuna medaglia può giustificare

Davide Donati ha poi precisato nelle sue storie: “Che non si dica che quelli di Anna, Nina e Giulia siano casi isolati o addirittura che stiano cercando visibilità. Che non si dica che la Federazione non sapeva. Che non si dica che nessun altro aveva denunciato. Perché insieme ai miei compagni di squadra ho denunciato tutto due anni fa. E ancora tutto è uguale.

Mi sembra doveroso aggiungere che quanto descritto riguarda una realtà e dei metodi che fortunatamente non sono più in viore nella Squadra Nazionale attuale.

Ogni giorno si aggiungono sempre più ginnaste e ginnasti che raccontano la propria storia. Ora è tempo che le indagini penali e federali facciano il proprio corso e che si agisca di conseguenza.

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Giulia Silvestri
Nata e cresciuta a Bologna, laureata in giurisprudenza, ho una passione viscerale per la ginnastica. Da quando avevo 11 anni, a fasi alterne tra vari problemi fisici, sono sempre tornata al mio amato tavolato.
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