Nina Corradini e Anna Basta hanno denunciato in due interviste esclusive al quotidiano Repubblica di aver subito violenze psicologiche quando erano parte della nazionale di ginnastica ritmica.
Nina Corradini, classe 2003, ha fatto parte della squadra nazionale di ritmica dal 2019 al 2021, anno nel quale ha deciso di lasciare la squadra. O meglio, per usare le sue parole, si tratta dell’anno nel quale ha “trovato la forza di andare via“: ricorda quel giorno con precisione, era il 14 Giugno.
L’ex ginnasta denuncia un controllo del peso serrato, ossessionante ed umiliante subito da parte di un’allenatrice in particolare, della quale non viene fatto il nome. Il controllo del peso sarebbe avvenuto giornalmente e ogni ginnasta sarebbe stata pesata in mutande davanti alle compagne di squadra. Sono questi momenti che la ex ginnasta racconta di aver vissuto con terrore, per le parole e gli insulti che subiva. Mangiare per lei era diventato un incubo, aveva imparato persino il peso di un bicchiere d’acqua.
Corradini entrò in nazionale a sedici anni, quando si trasferì a Cesano Paderno per allenarsi con la squadra. A causa delle pressioni subite rivela di aver iniziato a pesarsi fino a quindici volte al giorno e di aver iniziato a prendere dei lassativi per perdere peso, ma quello che faceva non era mai abbastanza.
Diverso tempo dopo aver lasciato la nazionale, ha pubblicato un lungo post sul proprio profilo Instagram. L’atleta scrisse un addio, o forse un arrivederci, alla ginnastica nel quale raccontava che era arrivata a non riuscire più a ricordarsi la felicità che provava da piccola e che l’odio era arrivato a sovrastare l’amore per questo sport.
Anna Basta, che ha fatto parte della squadra nazionale dal 2016 al 2020, dopo le rivelazioni di Corradini ha anticipato sul suo profilo Instagram che sarebbe uscita anche una sua intervista.
L’ex ginnasta bolognese, classe 2001, ha confermato quanto dichiarato dalla sua ex compagna di squadra in merito agli abusi psicologici relativi al cibo. Ha inoltre dichiarato a Repubblica di avere pensato al suicidio in due occasioni, perché si sentiva intrappolata: ne è testimonianza un suo messaggio alla madre, datato 2019, dove le scrive “Io volevo fare ginnastica. Non volevo soffrire e basta“.
Relativamente a quanto già dichiarato da Corradini sul non avere raccontato nulla ai genitori quando stava male, si è espressa anche Basta tramite le sue stories di Instragram. L’atleta ha precisato che le ginnaste normalmente diventano responsabili già da piccole delle proprie scelte e questo in particolare le ha portate a non voler fare preoccupare la propria famiglia.
In particolare Anna Basta ricorda che, anche se raccontava a sua madre una parte delle difficoltà che stava vivendo, ha sempre cercato di farle capire che voleva rimanere a Desio (dove le ginnaste passano undici mesi all’anno in ritiro) e che ce l’avrebbe fatta.
Secondo quanto riportato da Repubblica, Basta nel 2020 aveva già denunciato “ai piani alti” quanto accadeva durante gli allenamenti e le violenze subite dalle ginnaste, ma nulla si mosse.
Da qualche mese, insieme alla nutrizionista Ilaria De Gioia, porta avanti sui social una campagna di sensibilizzazione sui DCA: la rubrica si chiama “A tu per tu con i DCA. Non Siete Soli” e tratta diversi aspetti legati ai disturbi alimentari, non soltanto in relazione allo sport.
Non si tratta pertanto di rivelazioni venute “dal nulla”, ma di un lavoro di sensibilizzazione già in atto. Il 1° Ottobre Basta ha pubblicato un video su Instagram dove parlava proprio di questo vaso di pandora che iniziava a scoperchiarsi, grazie anche al suo lavoro e a quello di Nina Corradini.
Basta parla di abuso di potere nei suoi confronti e di aver subito umiliazioni costante “per il mio corpo, per il mio fisico, per il mio carattere, per quello che pensavo e volevo. Umiliazione costante alla mia persona“. Tutto questo le ha fatto provare disagio col proprio corpo, perché esso “non è mai stato accettato“.
LA REPLICA DI FEDERGINNASTICA – Dopo le dichiarazioni di Corradini, nella serata di Domenica 30 Ottobre, la Federazione Ginnastica d’Italia è uscita con un comunicato dove ha ribadito che “non tollera alcuna forma di abuso” e che la Procura Federale e il Safeguarding Officer effettueranno gli accertamenti e metteranno in atto le azioni previste in questi casi di denuncia.
La Federginnastica ha inoltre ricordato di avere avviato un progetto pilota, oltre che di aver istituito il Safeguarding Officer ed ha invitato tutti e tutte coloro che sono a conoscenza di informazioni che riguardano il non rispetto e la violenza sugli atleti e sulle atlete, a farsi avanti.
Il Regolamento per la tutela dei tesserati del 22 Marzo 2022 è stato emanato per disciplinare le misure di prevenzione e contrasto dei comportamenti lesivi dei diritti degli atleti e delle atlete. Tra questi annovera vessazioni, abusi, molestie e ogni forma di discriminazione. Per vigilare sul rispetto del regolamento ha istituito il Safeguarding Officer, un ufficio che ha il compito di ricevere le segnalazioni di violazione del regolamento e di effettuare ispezioni ed emanare raccomandazioni. Deve inoltre informare dell’esito delle ispezioni l’ufficio del procuratore generale. L’ufficio Safeguarding, inoltre, ogni anno deve redigere una relazione sul suo operato.
Il mondo della ginnastica italiana non è nuovo a denunce di questo tipo da parte delle atlete: già Vanessa Ferrari, nel suo libro Effetto Farfalla, parlò del controllo del peso subito che la portò ad avere problemi alimentari. Dopo di lei cominciarono a raccontare la propria esperienza anche l’olimpionica Carlotta Ferlito, che lo ha fatto sui suoi social nel 2020 e Sophia Campana, ginnasta italo-americana e youtuber che proprio su Youtube ha parlato della sua esperienza nel 2021.
Nina Corradini e Anna Basta hanno dichiarato che stanno raccontando quanto da loro subito per dare voce a tutte le vittime, per proteggere le bambine e perché le cose cambino.