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“La palestra è una grandissima metafora delle vicende della vita”- intervista a Ilaria Bernardini

Ai microfoni di GINNASTICANDO.it, Ilaria Bernardini ha parlato di 'Corpo Libero', il thriller che ha ispirato l'omonima serie tv in uscita oggi su Paramount+, e della fascinazione che la ginnastica ha sempre suscitato in lei.

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In seguito all’uscita della serie evento ‘Corpo Libero’ sulla nuovissima piattaforma streaming Paramount+, Ilaria Bernardini– autrice dell’omonimo romanzo Thriller da cui la serie è tratta- ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di GINNASTICANDO.it.

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Ilaria Bernardini è scrittrice, giornalista, autrice, sceneggiatrice e speaker di diversi programmi Tv. Ha diverse pubblicazioni all’attivo tra romanzi, raccolte e graphic novel, nonché diverse produzioni cinematografiche e televisive. E’ autrice e ideatrice anche del docu-reality di MTV ‘Ginnaste- Vite Parallele‘, che ha riscosso un enorme successo contribuendo a rendere accessibile la Ginnastica al grande pubblico.

CORPO LIBERO

Il romanzo, pubblicato nell’Ottobre 2010, è stato definito un romanzo di formazione che strizza l’occhio al genere Thriller. La protagonista della storia è Martina- ginnasta professionista di 15 anni- impegnata insieme alle sue compagne di squadra, Carla e Nadia, in una trasferta in Romania. Ed è proprio all’interno di questo scenario che vengono sviluppati diversi temi tra cui l’adolescenza, la disciplina dello sport, la voglia di ribellione, gli abusi e l’agonismo, che accompagnano gli inaspettati e più oscuri risvolti della vicenda.

Dal romanzo è stata tratta l’omonima serie TV diretta da Cosima Spander e Valerio Bonelli, disponibile da oggi in streaming su Paramount+ e su RAI2 dal 2023. Sulla piattaforma sono al momento disponibili le prime due puntate. Tutte le info qui.

L’autrice, che ringraziamo per la gentilezza e l’estrema disponibilità, ha risposto a diverse domande e curiosità che potrete trovare qui di seguito.

Buona lettura!

INTERVISTA

*Come si è avvicinata al mondo della Ginnastica?

Mi sono avvicinata al mondo della Ginnastica per una fascinazione soprattutto estetica. C’era qualcosa in questi piccoli corpi molto forti in un’età così specifica, quella dell’adolescenza, che mi attirava; mi attirava tutto delle palestre: i suoni, questa vita dedicata delle ragazze, la forza centrifuga dell’adolescenza che stava per esplodere insieme a quella centripeta dell’agonismo che le teneva in qualche maniera rigidamente connesse a una routine, a una lotta contro il tempo, una lotta contro la crescita. Questa dedizione di allenarsi anni per 90 secondi di esibizione mi sembrava molto forte, così come il fatto che tutte le persone, se c’è la ginnastica artistica in televisione- anche se non ne sanno nulla- si fermano a guardare come andrà a finire un salto. Una tendenza che mi ha sempre attratto moltissimo.

*Come ha avuto l’idea di scrivere un romanzo ed esplorare l’ambiente e la mentalità relativa a questo sport?

Per lo stesso motivo di cui sopra ho avuto l’idea di scrivere questo romanzo, esplorare questo ambiente e questo sport, perché volevo stare con queste ragazze, volevo stare in questa disciplina, volevo stare continuamente in questo salto bellissimo e pericoloso che trovavo irresistibile.

*Il suo è stato definito un romanzo di formazione, perché la scelta di renderlo un Thriller?

Il mio è sicuramente un romanzo di formazione, nel senso che descrive proprio la settimana che cambia la vita a un gruppo di giovani ragazze che stanno formando in quel momento la loro idea di amore, paura, gelosia, possesso, dolore… Il Thriller ne è stato in qualche maniera la diretta conseguenza: la situazione, in fondo claustrofobica, di un torneo in un posto molto remoto durante una tempesta di neve, è diventata poi una bomba ad orologeria.

*Lei ha scritto che questo romanzo è nato per essere un film della regista Martina Amati, come mai questo progetto non è andato in porto?

Il film non è stato fatto, nonostante ci siano state diverse sceneggiature e fosse stato completamente finanziato da Film4. Come tante cose della vita non è accaduto. La regista ha pensato forse che non fosse la maniera giusta di raccontare questa storia; spesso accade, con i libri che vengono adattati, di avere molte storie che si susseguono quindi il libro e poi è diventato una serie. Ma tutto questo procedimento è durato 13 anni.

*Com’è nata quindi l’idea di adattarlo per una serie tv? Che tra l’altro è la prima del suo genere in Italia, poiché di solito le produzioni sulla ginnastica artistica sono tutte americane essendo in USA uno sport meno di nicchia.

L’idea della serie tv è nata dopo lo scandalo degli abusi di Larry Nassar e i processi a tutti tristemente noti. In seguito a queste notizie ho sentito il bisogno, il dovere e la voglia di rientrare in questa storia e l’ho riscritta e tradotta in inglese perché volevo condividerla con più persone. Nel riscriverla ho notato che la forma dei capitoli e il loro battere del tempo (lunedì, martedì, mercoledì…) era proprio come un battere degli episodi e dei capitoli di una serie tv. Quindi ho richiamato i produttori che erano sempre stati al mio fianco quando doveva essere un film, e che ancora avevano i diritti del libro: Indigo Film e nello specifico Carlotta Calori alla quale ho detto “secondo me è una serie” e lei ha reagito con grande entusiasmo; ho invitato Chiara Barzini che è così brava a raccontare l’adolescenza, e Ludovica Rampoldi che è così brava nelle serie e ha molta più esperienza di noi. Tutte hanno subito risposto alla chiamata in mezzo secondo. Così come i registi Cosima Spender e Valerio Bonelli, che uscivano dal documentario di grande successo che era stato “Sanpa” su Netflix, e non avevano mai lavorato ancora nelle fiction, reagendo a questa storia con con forza. E anche per questo abbiamo lavorato con ginnaste e non attrici professioniste. Abbiamo cercato le nostre incredibili protagoniste tra 500 ragazze, ginnaste della Campania, perché volevamo stare nella realtà: nella realtà della forma di un corpo, nella realtà di un’esperienza vera e vissuta di una ginnasta e di quello che poteva portare in scena.

*Ci sono stati dei cambiamenti nella trama rispetto al libro? E se sì perché?

Ci sono tantissimi cambiamenti della trama del libro, quindi non posso svelarli, ma diciamo che quasi tutti i misteri della serie sono diversi da quelli del libro. Anche l’abuso è trattato in maniera completamente diversa. La sceneggiatura è infatti liberamente tratta dal libro: le ragazze condividono con il libro lo stesso nome (Martina, Carla, Nadia, Anna, Benedetta), la stessa idea del torneo, lo stesso battere dei giorni appunto, la ginnasta che viene trovata morta… ma chi, come, perché e quando è tutto diverso.

* Quando lei descrive la vita della protagonista, divisa tra le pulsioni adolescenziali e i sacrifici che lo sport richiede, si è ispirata a qualche ginnasta in particolare?

No, mi sono ispirata appunto a questa mia fascinazione per la ginnastica che dura ormai da quasi due decadi e quindi viene dal suono che hanno avuto per me tantissime voci e storie di ginnaste. E’ un’ispirazione che è nata anche da un programma che ho ideato, Ginnaste Vite Parallele su MTV, in cui si stava con le ragazze della nazionale 24/7. Quindi la mia ispirazione nasce da da quelle e altre ragazze, ma anche dalle eroine della ginnastica di cui tutti abbiamo letto e ammirato le gesta: Biles, Khorkina, Comaneci, tutte le ginnaste della terra che mi hanno ispirata, ho ascoltato e ho sentito, sono diventate la voce di queste nostre protagoniste.

*Ha avuto l’occasione di assistere alle riprese? Può svelarci qualche retroscena? Abbiamo visto che le scene degli esercizi sono state girate da controfigure “famose”, come ad esempio la ginnasta Sophia Campana

Sono stata alle riprese ed è stato bellissimo. Il lavoro di queste giovani ginnaste non attrici, dei registi, dell’acting coach Anna Redi, dei casting, è stato veramente poetico, meraviglioso. C’erano anche dei coach di ginnastica artistica… insomma è stato un lavoro complicato e bellissimo, anche perché a volte il livello di ginnastica richiesta della storia non era magari quello delle nostre ragazze selezionate; ci siamo quindi trovati davanti a tante difficoltà e a tanti modi di doverle affrontare: a volte con delle controfigure, a volte con della computer grafica, a volte cercando anche di modificare noi la scrittura su certe cose che magari più complicate da mettere in scena. Però siamo molto contenti di come siamo infine riusciti a portare a casa questo sogno.

*Siccome lo ha nominato prima, lei è anche autrice e ideatrice del reality MTV Ginnaste Vite parallele che ha riscosso molto successo e ha contribuito a portare al grande pubblico uno sport di nicchia come la ginnastica artistica. Com’è nata l’idea di girarlo? Quali difficoltà avete riscontrato? Vi aspettavate tutto questo successo?

Sono contenta che grazie a Ginnaste- Vite Parallele la ginnastica artistica abbia avuto maggiore risalto. Quando noi abbiamo iniziato era sicuramente uno sport molto meno famoso. Credo che quelle nostre Preziosa, Ferlito, ecc. abbiano sedotto, incuriosito e appassionato tantissime ragazze e ragazzi a questo sport. L’idea di girarlo è nata sempre da quella stessa fascinazione di cui prima, cioè da questo mio sentire che una palestra è una grandissima sintesi, una grandissima metafora delle vicende della vita, è come se si vedesse molto rapidamente il senso del dolore, il senso della paura, il senso del sogno; è come se una ginnasta, che in fondo ha poco tempo per eccellere, avesse una sintesi di quello che una donna attraversa molto più lentamente nella vita: cambiare corpo, invecchiare, cercare di rimanere bambina. Insomma, ci sono tantissimi temi che secondo me una palestra, un’arena, delle ragazze in body che saltano di salti mortali raccontano benissimo. Lo trovo molto filosofico e molto esistenziale.

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Anna Maria Palaia
Figlia della soleggiata Calabria, adottata momentaneamente dal Friuli- Venezia Giulia. Sono laureata in Giurisprudenza, leggo, scrivo, suono e viaggio. Mai messo piede in una palestra ma da sempre amante di questo Sport. Dal 2018 al servizio di GINNASTICANDO.it grazie al quale ho vissuto alcune delle esperienze ginniche più significative: il pass stampa ai Campionati Assoluti di Napoli 2021, la copertura mediatica delle Olimpiadi di Tokyo 2020 e l'accredito in sala stampa virtuale ai Mondiali di Kitakyushu 2021.
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