Heath Thorpe è un ginnasta australiano, attuale campione in carica al corpo libero agli Oceania Championships; competizione nella quale ha conquistato anche un argento al volteggio e un bronzo alla sbarra.
Altri Australian Championships di quest’anno, invece, ha conquistato l’argento al corpo libero e al volteggio, nonché la terza piazza agli anelli.
Classe 2000, fa parte della nazionale australiana dal 2017.
LA BATTAGLIA PER I SALTI
Il ginnasta, con più di 76mila followers su Instagram, è famoso per le linee pulite del suo corpo libero e per i salti. Thorpe infatti, oltre ai classici elementi codificati per il corpo libero maschile, allena anche i salti artistici.
Secondo l’atleta australiano la ginnastica artistica maschile ha creato negli anni un ambiente intriso di ipermasolinità ed eteronormatività come reazione allo stereotipo che la ginnastica sia uno sport femminile. In questo contesto – ha dichiarato Thorpe a Inside Gymnastics – le abilità artistiche sono equiparate alla femminilità, qualcosa di semplice e come “cose da ragazze”.
Avendo iniziato ad esercitarsi su diversi elementi artistici Thorpe può affermare che anche quest’ultimo è uno stereotipo: i salti artistici richiedono molto lavoro e sono complicati.
Il suo obiettivo è quello di ridare spazio alla creatività, schiacciata dalla smania di dimostrare la mascolinità dell’artistica maschile, e di uscire dalla morsa degli stereotipi.
LA RICHIESTA ALLA FIG
Il 26 Agosto di quest’anno Heath Thorpe ha annunciato di aver presentato alla Federazione Internazionale di Ginnastica, la richiesta di inclusione di un salto nel codice dei punteggi maschili.
La presentazione è stata fatta in vista della World Challenge Cup di Parigi, che si è poi tenuta tra il 24 e il 25 Settembre.
Uno dei motivi per i quali l’ex allenatore del ginnasta non incoraggiava l’allenamento dei salti artistici è che, inseriti in una routine, portano via tempo prezioso e non contribuiscono alla nota D del punteggio (quella legata alla difficoltà dell’esercizio).
Nonostante questo Thorpe, in occasione della competizione parigina, ha inserito all’interno della sua routine al corpo libero, tra i vari elementi obbligatori od opzionali previsti dal codice, dei salti artistici.
Ha concluso le qualificazioni al quattordicesimo posto, non qualificandosi per la finale, ma l’arena ha accolto con calore il suo esercizio.
Poco dopo la Coppa del Mondo di Parigi ha comunicato tramite il suo account twitter di aver ricevuto risposta dalla Federazione: la sua richiesta di aggiungere i salti artistici nel codice dei punteggi è stata rigettata.
La decisione era arrivata poco prima della gara, ma il ginnasta non l’aveva riportata per potersi concentrare al massimo sui suoi esercizi. L’atleta australiano cerca di ridefinire i confini imposti dal codice alla libertà artistica di atleti e atlete e, come ha dichiarato lui stesso, non smetterà di farlo nonostante il mancato riconoscimento da parte della FIG.