Ultimo giorno di gara per la Coppa del Mondo all’Accor Arena di Parigi, stessa struttura che ospiterà i Giochi Olimpici nel 2024. Giornata di finali a tutti e sei gli attrezzi, in cui era presente anche un atleta italiano, Thomas Grasso, nella specialità del volteggio.
Purtroppo la competizione odierna ha avuto dei risvolti non del tutto positivi. Già ieri il ginnasta della nazionale azzurra aveva avuto qualche problema nella qualifica al corpo libero: una caduta dalla seconda diagonale gli ha impedito di continuare l’esercizio e l’ha portato alla decisione di saltare la gara di qualifica alla sbarra. Ciononostante, Thomas ha ben deciso di presentare i due salti al volteggio, entrando in finale con il quinto punteggio.
Oggi, però, non tutto è filato liscio. Thomas Grasso è l’ultimo atleta ad esibirsi alla tavola; dopo aver presentato un buon Yurchenko con tre avvitamenti come primo salto, sporcato solo un po’ con dei passi all’arrivo, arriva l’errore nel secondo salto. Quello che doveva essere un Kasamatsu con tre avvitamenti, del valore di partenza di 5.6, diventa un semplice Tsukahara raccolto con un avvitamento.
Il ginnasta azzurro avrà probabilmente avuto qualche problema durante la rotazione e, per mettersi al sicuro da eventuali infortuni, ha preferito salvarsi la pelle scalando il numero di rotazioni dell’elemento. Un errore estremamente giustificabile e seguito subito da un salvataggio del salto che dimostra quanto Thomas sia cresciuto nel corso delle ultime competizioni internazionali. Sfortunatamente, però, tutto questo gli costa un settimo posto in classifica con un totale di 12.775 (VT1 14.150; D 5.6; E 8.550 – VT2 11.400; D 2.8; E 8.600).
A vincere la gara all’attrezzo sono stati gli stratosferici salti del turco Adem Asil, seguito a due decimi dal brasiliano Caio Souza; terzo posto per l’israeliano Artem Dolgopyat.

Le finali agli altri attrezzi
CORPO LIBERO – Al corpo libero, attrezzo che apre le finali di oggi pomeriggio, l’attuale campione olimpico Artem Dolgopyat non riesce a portare a termine uno dei suoi colossali esercizi e crolla in ultima posizione. Ne traggono beneficio la medaglia d’oro Eamon Montgomery, atleta irlandese con il secondo punteggio di partenza più alto (D 5.9; E 8.350; tot. 14.250) e il ginnasta del Taiwan Chia-Hung Tang che presenta un esercizio estremamente preciso classificandosi secondo con lo stesso punteggio dell’atleta francese Benjamin Osberger, che per esecuzione scivola al terzo posto.

CAVALLO CON MANIGLIE – Al cavallo l’irlandese Rhys Mc Clenaghan non lascia spazio a nessuno. Il pluripremiato specialista all’attrezzo piazza uno straordinario esercizio da 15.100, volando in cima alla classifica e distaccandosi di più di mezzo punto dal secondo classificato. Arrancano dietro di lui Nariman Kurbanov e Yu-Jan Shiao. Il giapponese Ryota Tsumura, l’unico capace di superare Mc Clenaghan, inceppa in un errore e si accontenta del sesto posto.

ANELLI – Agli anelli il brasiliano Caio Souza perde l’occasione della medaglia d’oro che viene agguantata nuovamente dal turco Adem Asil, super specialista a questo attrezzo, con un punteggio di 14.800 (D 6.200; E 8.500). Secondo posto per l’austriaco Vinzenz Hoeck con un esercizio più facile (nota D del “semplice” valore di 6.0) ma eseguito con una maggiore precisione; terzo gradino del podio per l’ottima prestazione di Donnel Whittenburg.

PARALLELE PARI – In penultima rotazione gli atleti competono alle parallele pari, attrezzo in cui c’è la lotta al decimo per la medaglia d’oro tra Brody Malone e Caio Souza, vinta alla fine da quest’ultimo come rivincita dopo la brutta prestazione agli anelli. Con molto più distacco troviamo al terzo posto lo statunitense Donnal Whittenburg.

SBARRA – A chiudere la Parigi World Cup è, come sempre, la finale alla sbarra. Anche a questo attrezzo i primi due classificati non hanno lasciato molto spazio agli altri sei finalisti. Brody Malone agguanta il gradino più alto grazie all’esercizio con il valore tecnico più alto di tutta la finale; lo segue a ruota il cipriota Ilias Georgiou con un bel 14.400. Medaglia di bronzo, con un distacco più netto, per il croato Tin Srbic.
