L’Amelie Arena a Tampa, in Florida, dal 18 al 21 agosto ha fatto da cornice agli U.S. Gymnastics Championships, i campionati nazionali statunitensi che designano la rosa di atlete ammesse nel Team Usa.
PERCHÈ GUARDARE CON OCCHI DIVERSI AGLI USA – In vista dei Mondiali di Liverpool di questo autunno, volgere lo sguardo oltre oceano è particolarmente importante per l’Italia. L’obiettivo della nazionale azzurra in quell’occasione, inutile nasconderlo, è arrivare sul podio per guadagnare la qualifica diretta per le Olimpiadi di Parigi. Osservare i punti di deboli e quelli di forza delle squadre avversarie può essere utile anche al pubblico per comprendere le dinamiche di gara, fare paragoni e confronti e non arrivare impreparato al più importante appuntamento della stagione. Con la Russia fuori dalle competizioni e, visto il recente confronto con la Gran Bretagna agli Europei di Monaco, guardare come si muove la squadra Usa è fondamentale.
LA FORMULA DI GARA – Gli U.S. Gymnastics Championships si svolgono in due giornate, una prima preliminare e la finale. In entrambi i giorni le ginnaste gareggiano su tutti gli attrezzi, o solo su alcuni prescelti, ed è la somma dei punteggi ottenuti nelle due giornate a definire le nuove campionesse statunitensi. I titoli in palio sono sia quello individuale, sia quelli di specialità.
Quest’anno la lotta per ogni titolo Senior è stata serrata e incerta fino alla fine. A spuntarla è stata Konnor McClain che, con 112.750 (56.400 nella prima e 56.350 nella seconda giornata), si è incoronata campionessa nazionale 2022.
McClain, allenata da Valeri e Anna Liukin alla WOGA, non è arrivata nemmeno in perfetta forma ai Nazionali, anzi. Da pochi mesi ha ripreso ad allenarsi a pieno regime dopo aver curato delle fratture da stress a entrambe le tibie e di recente ha anche avuto un trauma cranico. Nonostante ciò è sembrata più in forma che mai, soprattutto alla trave. Nella gara preliminare il suo esercizio è stato una combo impressionante di precisione e difficoltà. I collegamenti e le serie acrobatiche perfettamente incollate all’attrezzo e anche una certa fluidità nell’eseguire l’esercizio le hanno fruttato un 14.800 (6.4 di nota D e 8.4 di nota E), punteggio che le ha consentito di conquistare anche il titolo nazionale alla trave.
Ma la vera sorpresa, e il motivo che le ha consentito di salire sul gradino più alto del podio, sono stati gli upgrade all’esercizio sugli staggi durante la finale. Due decimi in più e un’esecuzione meno fallosa le hanno permesso di guadagnare un margine prezioso per superare l’altra contendente al titolo, Shilese Jones.
Dopo una gara preliminare a dir poco pazzesca, dove il punteggio nell’All-Around è stato di 57.200, la corsa al gradino più alto del podio di Shilese Jones si è fermata all’ultimo esercizio della finale. Una caduta alla trave ha permesso a McClain di guadagnare terreno, ma la gara si è riaperta quando quest’ultima si è sbilanciata dal giro in accosciata al corpo libero. A quel punto l’esercizio sugli staggi di Jones è diventato decisivo. Perfetto dalla prima all’ultima transizione, sull’uscita la poca ampiezza del doppio raccolto avanti ha costretto Jones a sedersi sul materassino. L’errore le è stato fatale dal punto di vista del titolo individuale, ma non le ha impedito di incoronarsi – oltre che vicecampionessa nazionale All-Around e campionessa al corpo libero – anche campionessa nazionale alle parallele.
Konnor McClain e Shilese Jones hanno entrambe perso il proprio padre a dicembre. La prima ha indossato sul body di gara un patch con le iniziali del papà (MM, Marc McClain); la seconda invece, ha più volte ribadito che la promessa fatta a suo padre Sylvester Jones di impegnarsi il più possibile per centrare l’obiettivo delle Olimpiadi di Parigi è il motore che la spinge a dare il meglio, sia in palestra che in gara.
Ma McClain e Jones, insieme alla terza classificata Jordan Chiles, hanno già scritto un pezzetto di storia della ginnastica americana: non era mai accaduto prima che tre donne di colore componessero il podio ai Campionati Nazionali.
Quello delle olimpioniche Jordan Chiles e Jade Carey era un rientro attesissimo sulle pedane dell’élite. Entrambe provengono da una lunga e positiva stagione del campionato universitario NCAA ed entrambe hanno deciso di lottare per un posto in nazionale. Chiles è salita addirittura sul podio, dimostrando costanza e anche dei notevoli miglioramenti alle parallele, attrezzo che da sempre le è stato poco congeniale. Jade Carey, invece, è arrivata quinta, vincendo il titolo nazionale al volteggio e mostrando in entrambe le giornate un corpo libero dalle difficoltà ridotte rispetto ai suoi standard, ma di gran fattura.
Nella squadra nazionale sono entrate anche Kayla DiCello, quarta nell’individuale, Skye Blakely, Lexi Zeiss ed Elle Mueller. Attesissima anche la partecipazione di Leanne Wong, che però è scesa in pedana solo per due attrezzi, riuscendo comunque a vincere il titolo alle parallele (a parimerito con Shilese Jones).
Altra ginnasta che non è entrata nella rosa della squadra nazionale per il momento, ma che ha attirato parecchio l’attenzione del pubblico è Joscelyn Roberson. Al corpo libero questa ginnasta ha mostrato una diagonale parecchio singolare: un doppio raccolto con un avvitamento e mezzo. Questo elemento, seppur portato in gara da diverse ginnaste in contesti nazionali, non ha ancora un nome sul codice dei punteggi. Chissà se la neo-senior della Texas Élite riuscirà a compire l’impresa.
JUNIOR – La gara delle Junior è stata parecchio lineare e non ha riservato molte sorprese. La vincitrice, e “vecchia” conoscenza del pubblico italiano che ad aprile ha potuto ammirarla al Trofeo Città di Jesolo, è Madray Johnson, anch’essa (come Konnor McClain) allenata alla WOGA. A completare il podio All-Around ci sono Jayla Hang e Alicia Zhou.