Andrea Consolini, bresciano nato l’11 Agosto del 2001, fa parte della nazionale italiana di Parkour.
Della società Le Aquile, ramo della Brixia Brescia, si allena sotto l’ala di Francesco Venturelli e Andrea Pasinetti.
Consolini inizia a praticare parkour nel 2014, a 13 anni: l’incontro con questo sport avviene attraverso un’amica che lo praticava.
In questi mesi si sta preparando sempre più intensamente per i World Games che si terranno dal 7 al 17 Luglio, un evento che si tiene ogni quattro anni e che coinvolge gli sport non olimpici. L’atleta si è qualificato grazie al terzo posto ottenuto nella World Cup di Sofia 2021 nello Speed.
In vista di questa occasione, lo abbiamo intervistato.
Ti sei avvicinato al parkour in un’età che può essere considerata quasi tarda per praticare sport a livello agonistico, 13 anni. Prima di allora che sport avevi praticato? Ne svolgevi uno a livello agonistico o amatoriale?
Prima del parkour ho praticato rugby per un paio di anni ma non in maniera agonistica.
Cosa ti è piaciuto del parkour che ti ha fatto decidere di continuare e, in seguito, iniziare attività agonistica?
La cosa che mi ha avvicinato al parkour è stata la voglia di provare a imparare a saltare, fare i trick e diventare bravo a farli. Questo poi negli anni ha sviluppato una grande passione e dedizione che è quella che provo tuttora.
Qual è stato l’impatto che ha avuto sulla tua vita?
L’entrata del parkour nella mia vita è stata molto importante, perché assieme a una nuova passione mi ha fatto conoscere l’impegno e il sacrificio che, se applicate nel modo giusto, portano a grandi soddisfazioni.
Ti alleni sia nel Freestyle che nello Speed. Hai una preferenza tra queste due categorie che vivono all’interno del parkour?
Mi piacciono molto entrambe ma preferisco la speed.
Hai la possibilità di allenarti con un allenatore, in una palestra e con strutture adeguate. In Italia non tutti hanno questa possibilità (ricordiamo in questo senso l’esperienza di Fausto Vicari). Come vivi questo che, ad oggi, è in un certo senso un privilegio?
Io mi sento molto fortunato ad aver trovato una palestra con questo ambiente, dei grandi allenatori, super qualificati e competenti, i miei compagni di allenamento e le strutture sulle quali ci alleniamo, soprattutto sulla struttura che avremo tra non molto, perché in Italia, purtroppo, in pochi hanno la fortuna di averle in confronto all’estero.
Le coppe del mondo di Sofia e Montpellier ti hanno dato fiducia per i risultati futuri a livello internazionale (di Montpellier abbiamo parlato qui)? In termini di tempo la tua prestazione nello Speed è migliorata nell’ultimo periodo.
Entrambe le tappe di coppa del mondo mi hanno dato molta fiducia in me stesso, mi hanno fatto capire che i “grandi” del parkour che conoscevo sui social non sono così irraggiungibili, anzi, ora mi conoscono e sanno chi sono e cosa posso fare. Queste due gare mi hanno caricato molto in vista delle prossime. Anche perché sono giovane e ho ancora molto margine di miglioramento.
Sarai presente a Rimini per difendere il tuo titolo nazionale nella categoria Speed e l’argento nel Freestyle o preferisci concentrarti sull’appuntamento internazionale dei World Games?
Sarò presente a Rimini solo nella categoria speed, poiché la settimana seguente partirò per i World Urban Games e non voglio rischiare.
Come ti stai preparando per i World Games di Luglio? Stai preparando qualcosa di nuovo? Gareggerai in entrambe le categorie?
Mi sto preparando come per qualsiasi altra gara, perché ogni gara ha la sua importanza e in ogni gara bisogna dare il meglio di sé, e questo si può fare solamente allenandosi duramente e con passione. Gareggerò solamente nella categoria speed.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Hai il mondiale di Ottobre nel mirino?
I miei prossimi obbiettivi sono, innanzitutto fare bene ai World Urban Games e, infine, partecipare al primo mondiale di parkour della storia che si svolgerà a Ottobre 2022 a Tokyo. (n.d.r.: i partecipanti ai Mondiali verranno convocati dal D.T.N., partiranno in quattro).