Come avevamo riportato in questo nostro articolo, lo scorso 1° maggio il Ministro della Salute aveva emanato un’ordinanza che manteneva – fino al 15 giugno – molte restrizioni legate all’uso della mascherina per diversi luoghi pubblici e privati.
Tra tutti, per quanto riguardava il mondo sportivo, l’obbligo gravava sugli impianti che accoglievano le competizioni sportive (i palazzetti, per intenderci ndr) nei quali si doveva indossare i dispositivi di protezione individuale di tipo FFP2.
Per alcuni momenti, vista anche l’ordinanza di un altro ministero (quello della Pubblica Amministrazione, ndr) che raccomandava senza obbligo l’uso delle mascherine negli uffici, si era pensato che, anche per il lavoro privato, le condizioni fossero le stesse.
Ma così non è stato! Come vi avevamo esposto in questo pezzo, il 4 maggio i ministeri del Lavoro e della Salute, insieme ai Sindacati, avevano stabilito il proseguo dell’obbligatorietà sui luoghi di lavoro privati, sempre fino al 15 di giugno.
Abbiamo fatto questa doverosa premessa, poiché, essendo scaduti i termini sia del decreto-legge che del protocollo si potrebbe pensare che tutto sia decaduto e che si sia tornati alla libera circolazione senza mascherine. Ma così, evidentemente, non è!
Mentre per i Palazzetti, il pubblico non dovrà più utilizzare le mascherine – così come anche per teatri, cinema e aerei – i DPI dovranno continuare ad essere indossati per i mezzi di trasporto pubblici (come treni, autobus ecc.) e nella sanità.
Per quanto riguarda i lavoratori, invece, continua a permanere la doppia via che separa pubblico e privato. Mentre l’ordinanza prima citata del Ministero della PA ha cessato addirittura di valere, purtroppo, per i lavoratori privati continua a sussistere l’obbligo della mascherina con scadenza prorogata al 30 giugno.