Lə abbiamo guardatə affrontare Olimpiadi, Mondiali, Europei per destreggiarsi tra salti spettacolari, spiccare il volo sulle pedane e volteggiare tra gli staggi. Abbiamo tifato per loro, lə abbiamo vistə mettersi medaglie al collo con lo sfondo della bandiera giallo-azzurra dell’Ucraina. In queste ore, però, agli appassionati della Ginnastica tocca guardare quegli e quelle stessə atletə soffrire, per le loro famiglie, per la loro patria. Temere per le proprie vite.
Lilia Podkopayeva, Viktoriia Onopriienko, Diana Varins’ka, Oleg Vernaiev, ieri hanno mostrato solidarietà alla propria nazione sui social, con messaggi di poche parole, ma non per questo privi di potenza.
Anna Rizatdinova ieri su Intagram scriveva: «Cari cittadini ucraini, quanto successo sembrava impossibile fino a ieri. Abbiamo mantenuto la calma fino all’ultimo, ma il 24 febbraio 2022 è successo l’impensabile: siamo stati svegliati con i bombardamenti. Si prospetta un periodo difficile, ma dobbiamo resistere, insieme. Io sono qui, in Ucraina, e con me c’è anche mio figlio. Noi, come voi, abbiamo paura, ma ci teniamo stretti e ci facciamo forza gli uni agli altri. Voglio dare coraggio soprattutto a quanti si trovano nelle città vittime di bombardamenti aerei e di terra, dove le persone sono costrette a nascondersi nei rifugi. Siamo orgogliosi dei nostri soldati e ci affidiamo alle loro mani con la certezza che verremo protetti. Con questo messaggio voglio esprimere a loro la mia gratitudine e riporre nel loro lavoro la mia fede. Ti amo, mio bellissimo paese, Ucraina.»
Questa mattina, la ex-ginnasta Rizatdinova ha registrato delle Instagram Stories dove esorta gli e le atletə russə a mostrare pubblicamente il loro sdegno nei confronti della guerra, come hanno fatto tantissimə esponentə del mondo dello spettacolo russo. La Ritzadinova che parla attraverso lo schermo ha il volto di una persona insonne, che ha passato la notte, come dice lei stessa, a nascondersi in uno scantinato con suo figlio. Uno scenario inimmaginabile per una persona che ha passato la vita a collezionare medaglie per la sua nazione in giro per il mondo.
Il motivo dello sfogo della Rizatdinova potrebbe risiedere in alcune controverse dichiarazioni rilasciate da figure di rilievo nel panorama della ginnastica russa (tra cui quelle di Maria Paseka e Nikita Nagornyj) a favore dell’azione militare del presidente russo. Ma, seppur flebili, iniziano ad arrivare anche i messaggi che esortano alla pace, tra i quali quello di Margarita Mamun.
COSA POTREBBE SUCCEDERE NEL MONDO DELLO SPORT – Da un punto di vista pratico, le conseguenze delle sanzioni imposte alla Federazione Russa per la sua azione militare potrebbero avere un impatto grave sul mondo dello sport, e di conseguenza anche nel settore della Ginnastica – di cui la Russia è uno dei maggiori esponenti.
La conseguenza più immediata della crisi diplomatica, invece, è che alcuni paesi impediscano agli e alle atletə russə di entrare sul proprio territorio, precludendo di fatto la loro partecipazione a innumerevoli competizioni sportive in programma nelle prossime settimane. Per gli e le atletə ucrainə, invece, la situazione è quella opposta: per ragioni pratiche e di sicurezza potrebbero non avere possibilità di lasciare il loro paese.
E, a conferma di ciò, arriva la presa di posizione del Comitato Olimpico Internazionale, che condanna il comportamento di Russia e Bielorussia imponendo alle Federazioni Sportive di spostare o cancellare qualsiasi evento in programma in questi due paesi. Solo la Ginnastica nel 2022 ha in programma ben sei eventi in territorio russo e bielorusso: la World Cup di Oktyabrskiy dell’Acrobatica, le World Challenge Cup di Ritmica a Mosca e Minsk e due tornei e una World Cup di Trampolino a Minsk e San Pietroburgo. Senza contare i tanti altri eventi in programma in Ucraina, che chissà se vedranno mai la luce.
LA SOLIDARIETÀ DELL’ITALIA – Illia Kovtun, Roman Vashchenko, Nazar Chepurnyi e Daniela Batrona, volati a Cottbus per disputare la prima tappa di coppa del mondo come esponenti del movimento della Ginnastica Artistica ucraina, ora potrebbero non avere più la possibilità di tornare a casa, o una casa in cui tornare. È un fatto, poi, che i e le ginnastə ucrainə maggiorenni rimasti in patria, essendo arruolati nelle sezioni sportive dei Corpi di Stato nazionali ucraini, se le ostilità dovessero continuare, sarebbero i primi a essere chiamati a combattere.
I messaggi di sostegno della comunità ginnica italiana non si sono fermati ai social. Ieri abbiamo parlato dell’appoggio che la società Ginnastica Ferrara è disposta a fornire a Illia Kovtun e alla sua allenatrice (nell’articolo leggibile cliccando qui), ed è subito arrivata un’offerta molto simile da parte della Ginnastica Riccione per il suo prestito Daniela Batrona.
«Stiamo lavorando per far rientrare Daniela [Batrona ndr.] dalla Germania direttamente in Italia”, ha dichiarato il Presidente della Ginnastica Riccione, Francesco Poesio, «per la sua sicurezza e per garantire a un’atleta del suo livello di continuare ad allenarsi in un ambiente sereno. Come società abbiamo anche già dato la nostra disponibilità a ospitare a Riccione, per gli stessi motivi, anche altre ginnaste della Nazionale Ucraina.»
Anche l’Artistica Brescia ha espresso il suo sostegno a Petro Pakhnyuk, dedicando all’atleta ucraino – che milita nella società come prestito straniero – un post su Facebook.
Ciò che rimane da fare a noi, spettatori impotenti, è quanto ci suggerisce Anna Rizatdinova: diffondere il più possibile le difficoltà che queste persone stanno affrontando e affronteranno, e sperare che la prossima battaglia possa essere di nuovo quella per una medaglia, non quella per la guerra.