Diciamolo pure… La diplomazia ha perso.
Questa è l’amara considerazione che possiamo fare in questa situazione che, personalmente, ho già vissuto ai tempi della Prima Guerra del Golfo nel 1991… ma questa è un’altra storia.
A farne le spese è anche lo sport, con gli atleti e gli allenatori che spesso si trovano in situazioni infauste e angoscianti… In questo caso, Nazar Chepurnyi, Daniela Batrona e Yuliia Kasianenko e il talentuoso ginnasta ucraino Illia Kovtun, astro nascente della ginnastica mondiale, sono bloccati in Germania, a Cottbus, dove si trovano per una gara di Coppa del Mondo.
Nazar, Daniela, Yuliia, Illia e i loro allenatori non possono rientrare a Kiev a causa della cancellazione dei voli sulla capitale dell’Ucraina e sono, per ora, ancora in Germania.
Ovviamente, la Società Ginnastica Ferrara, si è subito messa a disposizione per ospitare Illia e la sua allenatrice Irina, che comunque nelle prossime settimane, sarebbero venuti in Italia per partecipare alla seconda prova di Serie A e B in programma l’11 e 12 marzo a Torino.
Inutile dire che la situazione è molto difficile per tutti quei ginnasti e ginnaste provenienti sia da Russia che Ucraina, che dovrebbero raggiungere il nostro paese nei prossimi giorni per partecipare alla Serie A1 e A2: infatti, il timore, è che tra le sanzioni che l’Unione Europea possa attivare nei confronti della Russia, ci sia pure quella dell’annullamento di qualsiasi Visto (anche lavorativo e sportivo) per entrare in Europa. Per gli atleti Ucraini, invece, il problema sarebbe proprio quello di trovare dei voli che possano portarli verso l’Europa, paradossalmente, Illia Kovtun, Nazar Chepurnyi, Daniela Batrona e Yuliia Kasianenko sono più fortunati di altri suoi connazionali, dato che si trovano già in territorio Europeo e hanno la possibilità di spostarsi liberamente.
Tutto ciò può danneggiare la carriera sportiva di questi atleti di entrambi gli stati, costretti loro malgrado, a subire una punizione ingiusta per loro.
Non ci sono parole per descrivere questo momento storico, che va oltre ogni aspettativa, va oltre i boicottaggi olimpici del passato.
Possiamo solo rimanere a guardare, sperando che il mondo dello sport (perché quello è il mondo di cui faccio parte), non ritorni di colpo ai primi anni ’80, ai boicottaggi, alla cortina di ferro, ai profughi sportivi e non.