Durante le Olimpiadi di Tokyo di questa estate Sunisa Lee ha fatto la storia, diventando la prima Campionessa Olimpica Individuale statunitense di etnia Hmong.

CHI SONO GLI HMONG – Gli Hmong hanno giocato un ruolo fondamentale nella guerra del Vietnam, quando – specialmente nel Laos, paese di origine dei genitori di Sunisa – si sono schierati dalla parte degli Stati Uniti d’America. Alla fine del conflitto, però, gli Hmong vennero considerati dei traditori e, per non essere sterminati, furono costretti a lasciare il Sud-Est Asiatico. Tra le nazioni che hanno accolto più richieste di asilo politico degli Hmong spiccano gli Usa, dove questa etnia ha formato delle vere e proprie comunità. Una delle più grandi si trova a Saint Paul, in Minnesota, ed è lì che è nata e cresciuta Sunisa Lee.
L’AGGRESSIONE – L’atleta, in una recente intervista a Pop Sugar, ha rivelato un episodio razziale di cui è stata vittima alla fine di ottobre.
Sunisa e un gruppo di amicə (tuttə di origine asiatica) erano sul ciglio di una strada, a Los Angeles, e aspettavano un passaggio per tornare a casa dopo una notte fuori. È stato allora che una macchina si è avvicinata e le persone al suo interno hanno iniziato a rivolgere loro insulti razziali.
Gli aggressori prima di scappare hanno anche spruzzato Sunisa e i suoi amici con dello spray al peperoncino. Per fortuna l’episodio non ha avuto conseguenze gravi per lei, né per chi le era intorno, ma Sunisa ha dichiarato: «Ero così arrabbiata perché la situazione era fuori controllo e sentivo che non c’era nulla che potessi fare. Sono apparsi dal nulla, e io non ho fatto né detto niente perché essere una persona con una certa fama rende complesso gestire questo tipo di situazioni. È stato difficile restare a guardare, ma non volevo fare o dire cose che mi potessero mettere nei guai. Mi sono sentita impotente e ho lasciato che succedesse.»
Su Twitter poche ore fa Sunisa ha aggiunto: «Voglio ringraziare tutti per l’incredibile quantità di amore, supporto e gentilezza di cui mi avete inondata nei giorni scorsi. Non è mai facile parlare di una questione personale, ma in questo caso sapevo che condividere quello che mi è successo avrebbe fatto sentire le altre vittime meno sole.»
Con l’incedere della pandemia negli Stati Uniti d’America si sono verificati tantissimi attacchi razzisti ai danni della comunità asiatica. Il Covid-19, che da molti è stato chiamato “virus cinese”, ha generato un’ondata di odio incredibile, tanto che dall’inizio del 2020 a oggi sono state registrate più di diecimila denunce di attacchi verbali e fisici nei confronti di persone di origine asiatica. Questo ha creato problemi a tantissimi atleti e atlete statunitensi, e ha anche indotto alcuni di loro a schierarsi apertamente in piazza contro questa tendenza.
L’ATTIVISMO – Tra questi c’è la Campionessa Mondiale di ginnastica Morgan Hurd, che ha fatto dell’attivismo una ragione di vita nell’ultimo anno e mezzo. Ha iniziato prendendo parte al movimento Black Lives Matter, e in seguito è stata tra i volti più popolari della campagna Stop Asian Hate. Morgan, nata in Cina e poi adottata da una coppia di statunitensi, è particolarmente sensibile al tema dell’odio razziale e si batte su ogni fronte e in prima persona per combatterlo.