Questa mattina al City Gymnasium di Kitakyushu si è svolta la penultima finale all’attrezzo più temuto dalle ginnaste di tutto il globo: la trave.
Ebbene quest’attrezzo, del tutto imprevedibile specialmente in gara, anche stavolta ha riservato non poche sorprese. Cinque cadute hanno stravolto totalmente la classifica della gara di qualifica.
Hanno occupato i 3 gradini del podio le Giapponesi Ashikawa Urara (oro) e Mai Murakami (bronzo) insieme alla tedesca Pauline Schäfer (argento).
5 ginnaste su 9 sono cadute dall’attrezzo: Andrade, Melnikova, Vorona, Di Cello e Rui, le quali hanno purtroppo dovuto dire addio ai loro sogni di gloria ancora prima che uscisse il punteggio.
La Ashikawa (14.100) e la Murakami (13.733, qualche sbilanciamento), padrone di casa, hanno lottato con le unghie e con i denti per restare sull’attrezzo e grazie ai loro buonissimi esercizi hanno ottenuto il primo e il terzo posto, salendo sul podio con gli applausi del pubblico di casa. Bellissimo esercizio da 13.400 anche per la tedesca Pauline Schäfer; il clou lo raggiunge eseguendo perfettamente il suo movimento, lo Schaefer: salto costale con mezzo giro. Esce in Auerbach, salto teso indietro.
Dopo la finale abbiamo chiesto proprio a Pauline Schäfer, campionessa mondiale alla trave 2017 e oggi vice campionessa con il punteggio di 13.400 di fermarsi nella sala stampa virtuale del palazzetto. Lei ha accettato volentieri e ci ha raccontato, tra le altre cose, la gara alla trave – finale nella quale nessuna ginnasta italiana si è qualificata.

Ciao Pauline, congratulazioni per la medaglia, come ti senti ad avere l’argento al collo?
Ciao a tutti! Benissimo grazie, sono così felice! Mi sono impegnata tantissimo per questa gara, ero concentrata. Ho fatto l’esercizio bene cercando di non farmi distrarre dalle cadute delle mie avversarie. Sono proprio soddisfatta!
Questa non è la tua prima medaglia mondiale, giusto?
Esatto in realtà adesso ne ho tre! Una di ogni colore. Nel 2015 a Glasgow ho preso il bronzo, nel 2017 a Montreal ho preso l’oro e adesso questo argento. Non potrei essere più felice.
Come ti sei sentita durante la gara, la lunga attesa per il ricorso della Cina ti ha destabilizzata?
Aspettare è stato difficile, soprattutto prima di un attrezzo come la trave una lunga attesa può causare non pochi problemi, ma nonostante il poco tempo a disposizione sono riuscita a mantenere la concentrazione.
Cosa hai provato mentre facevi l’esercizio?
Pensavo ad ogni minimo movimento, restavo concentrata anche se c’è stato un momento in cui ho avuto paura dopo uno sbilanciamento ma ho tenuto duro e non sono caduta.
Con quale stato d’animo ti sei allenata in questi mesi, dal momento che un’allenatrice della tua palestra a Chemnitz è stata denunciata per abusi psicologici?
Ho cercato di tenere fuori tutto. E’ stata una sfida ma il risultato parla da solo.
Quali saranno i tuoi progetti futuri adesso?
Per quanto riguarda la ginnastica voglio prepararmi per gli Europei e ovviamente per i prossimi mondiali. Per il resto mi dedicherò ad un camp organizzato insieme ad Andreas Bretschneider in cui insegneremo ai ragazzi e alle ragazze cosa comporta lo sport agonistico, con un’occhio particolare alla sfera alimentare.