Al City Gymnasium di Kitakyushu la finale più combattuta dell’Artistica Maschile ha incoronato il cinese Xuwei Hu come nuovo Campione del Mondo alle parallele pari. Vice-campione Carlos Yulo e bronzo l’altro cinese Cong Shi.

La finale ha visto degli esercizi di altissimo livello, tanto che il punteggio del 15.000 è stato raggiunto fino alla quinta posizione, quella occupata da Yul Mondauer, che abbiamo intercettato nella sala stampa virtuale dopo la gara per farci raccontare la finale.

Yul, benvenuto e congratulazioni per la tua gara.
Grazie, grazie mille per avermi voluto qui.
Raccontami un po’ le tue impressioni su questa finale mondiale e su come ti sei sentito a disputarla.
È sempre stato un mio obiettivo quello di gareggiare in una finale mondiale alle parallele pari. Voglio dire, è uno degli attrezzi in cui la concorrenza è più agguerrita, quindi sono stato contento anche solo di entrare in finale. La gara di oggi, poi, ha dimostrato quanto ogni punteggio sia vicino all’altro… Ogni ginnasta che sale sull’attrezzo potrebbe essere il potenziale campione. Basti pensare che io sono arrivato a 66 centesimi dal podio e ho raggiunto “solo” il quinto punteggio. Direi che sono felice del risultato raggiunto, ma non completamente soddisfatto. Un giorno mi piacerebbe davvero salire sul podio ed è questo il vero obiettivo che mi sono preposto di raggiungere.
Sei soddisfatto del tuo esercizio di oggi?
C’è sempre qualcosa da migliorare, ad esempio l’uscita… Rimpiango non averla stoppata perché probabilmente è stata quel piccolo passo a fare la differenza, a farmi finire fuori dal podio. Però voglio anche guardare il lato positivo: sono venuto qui e ho fatto un esercizio da 15.000! Questo è un punteggio che non ho mai preso nemmeno negli Stati Uniti… Il mio punteggio migliore negli Usa si aggira attorno al 14.800 del Trials, e aver rotto il muro dei 15.000 proprio a una finale mondiale è stato bello.
Questa estate hai partecipato anche alle Olimpiadi. È stato difficile continuare ad allenarti ad alti livelli anche dopo Tokyo?
Sì, lo è stato, non solo a livello fisico, ma anche a livello mentale. Devo davvero ringraziare i miei allenatori per avermi sostenuto ed essermi stato vicino ogni giorno in palestra. Ma la Ginnastica è così, devi essere pronto quando i tempi lo richiedono, fa parte delle difficoltà del praticare questo sport a livelli così alti.

Ti sono piaciuti questi Mondiali post-olimpici?
Oh, sì, davvero molto. È stato fantastico ritrovare ragazzi già incontrati durante le Olimpiadi questa estate, ma è stato bello anche conoscere altre persone. L’ambiente del mondiale è più ampio, più aperto e a me piace gareggiare in questo contesto così competitivo. Poi sono stati dei Mondiali spettacolari per gli Usa. Vedere Stephen Nedoroshik conquistare per la prima volta il titolo mondiale al cavallo è stato un onore per me, e anche Alec [Yolder] ha fatto un esercizio bellissimo, del quale non può rimpiangere nulla, ieri. E abbiamo ancora Broody Malone a seguire nella finale alla sbarra! Siamo ragazzi giovani e stiamo lavorando nella giusta direzione per la nostra nazione, penso.
Tu hai anche partecipato anche alla NCAA, il campionato studentesco americano. Quale atmosfera hai preferito, quella del Campionato Studentesco o quella delle Olimpiadi?
Amo la NCAA perché tutti tifano, c’è un sacco di pubblico, i compagni incitano ed è un ambiente che riesce a galvanizzarti e a darti tanta carica durante la gara. Ma andare ai Giochi Olimpici è diverso. È un grande traguardo, perché non è da tutti partecipare a una competizione olimpica. Avrei voluto che a Tokyo avessero ammesso il pubblico, così da poter comparare le due esperienze. Però ho intenzione di continuare ad allenarmi e a fare parte della squadra nazionale, e spero di sentirlo quel pubblico, a Parigi 2024, così da raccontarti anche quell’emozione.
Grazie Yul per questa chiacchierata.
Grazie a te!
Intervista a cura di Miriam Fratacci
Di seguito la classifica completa della finale delle parallele pari:
