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OLGA – Una perla tra sport e regime

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Tutti conosciamo il mondo della ginnastica, non troppi quanto sia duro arrivare ad un Europeo o un Mondiale – ma pochissimi conoscono il mondo dietro al celato regime di Kiev, e le pressioni sui giornalisti – metafora della pressione sull’atleta.

“Quel posto devi meritarlo” e assoluta abnegazione di una appena 15enne campionessa in erba interpretata da Olga – Anastasia Budiashkina – vera ginnasta di punta della nazionale ucraina.

Tra magnesia, paracalli strappati e cadute – vere – di pancia dallo staggio alto, Tkatchev e Ginger – impresse dal rumore muto di fondo sui materassi in una fotografia a tratti sgranata e polverosa, l’immaginario della palestra come casa di una resilienza assoluta ad un obbiettivo, viene visto dalla regista Elie Grappe in maniera molto omogenea e quantomai realistico.


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Presentato al 74° Festival di Cannes nella Semaine de la Critique – questa piccola perla, che nulla ha da rifarsi ai patinati americani (Stick-it uno su tutti) ma certamente più ad una filmografia scalza di veri o parei immaginifici e paternalistici di un certo immaginario sulla ginnastica. Forse davvero un nugolo come l’ungherese The White Palms, con il cameo di atleti del calibro di Marian Dragulescu, possono assumersi un ruolo pari nella filmografia sulla polvere di magnesia.

A causa delle pressione psicologiche e fisiche, la madre di Olga – giornalista di inchiesta – manda la figlia, già promessa dell’artistica ad allenarsi in Svizzera, paese natio del padre defunto, a pochi passi dal centro di allenamento della nazionale rosso crociata.

I giorni sono scanditi nella loro brevità di allenamenti, con compagne di squadra ben poco accondiscendenti e quantomeno ostinate a non vedersi rubare il posto dalla figura, di quasi esiliata di Olga, ad un passo dagli Europei.

La quotidianità svolta con i contatti con la madre e l’amica Sasha tramite Skype, e i dubbi e i paradossi di una disciplina che talvolta, ben poco lasciano al proseguo di un’adolescenza serena, dove la competitività la fa da padrona e per Olga non ci sono mani sul capo ne strette accondiscendenti.

Paralleli e paradossi tra Svizzera ed Ucraina – tra la vita tranquilla di Sasha in un paese che ribolle e l’inquietudine permanente di Olga, in un substrato sociale ben lontano dalle rivolte di piazza di Kiev.

Permea costantemente la pellicola un’inquietudine di fondo – che il ritmo degli esercizi incornicia a modo, e la progressione dei silenzi ambientali in cui risuona tutta la solitudine di Olga – e i clamori che si spengono in accordo al sentire della protagonista.

Una piccola perla, opera prima di un’artista che inquadra perfettamente il momento sociale e i bisogni di una ragazza – che chiede aiuto non volendolo – decisa a tutto, anche a ridurre la sua vita a un quadrato polveroso – duplice simbionte della madre, entrambe in lotta – disposte a tutto.

Il film è stato iscritto all’Academy of Motion Picture Arts and Sciences di Hollywood nella categoria “Miglior film internazionale”, in attesa della short-list dei film che verranno presentati agli Oscar.

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Michele Forzinetti
Varese, Laurea in SM, Istruttore Federale e Ufficiale di Gara GAF - preparazione fisica e atletica con atleti di élite: aerobica, arrampicata, arti marziali, acrobatica. L I F E I S A B A L A N C E
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