McKayla Maroney, ex vice campionessa Olimpica al Volteggio a Londra 2012 ha parlato apertamente del sistema delle finali nella Ginnastica artistica e ha raccontato dei retroscena su quello che successe quando fu lei a partecipare ai Giochi!
In occasione della finale al volteggio di Tokyo 2020, dove la statunitense Jade Carey ha purtroppo sbagliato il primo salto al volteggio compromettendo così la sua corsa verso il podio, l’Ex ginnasta ha espresso il suo parere su quanto il sistema delle finali nelle competizioni ginniche sia dannoso per le atlete:
“Ciao, oggi si è svolta la finale individuale al volteggio alle Olimpiadi di di Tokyo e io sono qui per raccontarvi una cosa che mi sta molto a cuore […] Credo che il sistema delle finali ad attrezzo, specialmente quella al volteggio vada cambiato. Di solito quando si compete a squadre o nel concorso generale si provano tutti gli attrezzi e si riesce a riscaldarsi a dovere; nelle finali individuali e specialmente al volteggio è diverso: prima di gareggiare devi aspettare dai 30 ai 40 minuti senza poterti riscaldare; addirittura se sei ultima è psicologicamente difficile, perché magari vedi le altre cadere o farsi male; ma soprattutto il problema è far rimanere i muscoli caldi; è difficile stare in body, in un’arena con l’aria condizionata. Quando parti al volteggio in quelle condizioni non ti senti più le gambe! Soprattutto durante il primo volteggio che in quel caso è anche il tuo primo volteggio. Cerchi di riscaldarti camminando avanti e indietro nel tuo piccolo spazietto e sei addirittura ripreso dalle telecamere che ti mettono ancora più pressione, è davvero fastidioso! E penso che questo sia proprio quello che è successo a Jade Carey.”

La ginnasta ha dichiarato di essere in procinto di pubblicare il suo primo libro, dove racconterà tutto ciò che ha subito durante la sua carriera e ha inoltre svelato dei drammatici retroscena sulla sua partecipazione Olimpica:
“Sono stata anche io nella squadra Olimpica Nazionale e ho gareggiato nella finale individuale al volteggio; alle Olimpiadi sono arrivata pronta per gareggiare anche al corpo libero ma appena sono arrivata a Londra mi sono rotta il piede. Inoltre due settimane prima delle Olimpiadi ho sbattuto la testa così forte da provocarmi una concussione e un osso all’interno del mio naso è esploso per proteggere il mio cervello da eventuali danni; le concussioni ci mettono tantissimo a guarire: sei molto disorientato e non riesci a contare a ritroso per esempio. Questo sconvolge il tuo cervello; ho fatto il test per vedere se fossi guarita talmente tante volte finché il risultato non ha dato esito positivo; non so se questo si possa fare ma io volevo andare ai Trials e alle Olimpiadi!

McKayla dice inoltre che la sua allenatrice non era al corrente del suo stato di salute, ma che solo il dottore della squadra, Larry Nassar, sapeva e non trasmetteva le informazioni:
“E il mio Dottore, Larry Nassar lo sapeva; non solo: lui era l’unico ad avere le informazioni sul mio stato di salute e quando ebbi il problema al piede disse a Marta [Karoly, ndr] che avevo solo una frattura al dito; non era vero! Avevo una frattura dislocata in tutto il piede e faceva malissimo. Tra l’altro sono stata sottoposta ad un’operazione successivamente e mi dissero che se non fosse andata a buon fine non avrei mai potuto né camminare sui tacchi, né tornare a fare ginnastica; fortunatamente l’operazione ha funzionato e mi hanno anche detto che se non avessi operato subito il piede le ossa non sarebbero più riuscite a restare unite insieme. E quindi gareggiando alle Olimpiadi ho rischiato di terminare la mia carriera molto presto ma a me non importava. […] Io non incolperei mai nessuno per i miei infortuni, ma Marta mi ha fatto salire sulla trave, il primo giorno che eravamo a Londra, sotto l’effetto del Jet Lag, e anche dopo che il Dottore mi aveva dato anche delle pillole per dormire, e mi ha fatto fare tre esercizi; dopo il primo sono caduta in uscita e mi sono completamente rotta il piede. Io non avrei dovuto mai gareggiare sulla trave, quindi perché farmi allenare su quell’attrezzo […].
La Ginnasta continua, parlando del suo volteggio praticamente perfetto eseguito il giorno della finale a squadre:
“Dopo di che ho realizzato che dopo tutto quello che avevo non avrei mai potuto gareggiare al corpo libero e mi sono concentrata solo sul volteggio. Ho tenuto il piede per 4 giorni nel ghiaccio e Marta mi ha detto che al quinto giorno, se non avessi fatto il volteggio, mi avrebbe cacciata dalla squadra. Il quinto giorno ho fatto il mio volteggio e l’ho stoppato completamente. Due giorni dopo ho gareggiato nella prova podio e poi il primo giorno di qualifiche. Durante la finale a squadre ho fatto il mio volteggio e l’ho stoppato! Ho dato tutta me stessa alla squadra per vincere l’oro. Dopo un’impresa del genere mi sentivo svuotata ed è per questo che non ho dato il massimo alla finale individuale [dove è caduta e ha ottenuto la medaglia d’argento,ndr].
Per ascoltare il Podcast dedicato al Volteggio di McKayla clicca qui
“Anche Sunisa Lee non avrebbe dovuto gareggiare al CL nella finale a squadre ma è entrata all’ultimo minuto e l’ha fatto. Stessa cosa con Jade, non avrebbe dovuto gareggiare nell’All Around. Dai il 100% all’inizio delle competizioni e poi non resta nulla. Anche io dopo la finale a squadre penso di aver perso la mia lucidità. E la lucidità è importante per una ginnasta. E’ per questo che io ho sbagliato il mio volteggio, e Jade ha probabilmente sbagliato il suo oggi”.

In seguito alla gara di oggi diverse voci si sono levate in protesta del metodo adottato per svolgere le finali delle competizioni di ginnastica artistica: in particolare, la scelta di non praticare il touch warm up all’inizio della competizione danneggerebbe di gran lunga le ginnaste, che sono costrette a salire sull’attrezzo senza la possibilità di fare alcuna prova e di riscaldarsi; la questione è stata evidenziata da Laurie Hernandez e Nadia Comaneci.