L’attesa per conoscere le sorti della qualifica di Artistica Femminile finirà solo alle 15.00 (ora italiana), ma all’Ariake Centre di Tokyo sono tre su cinque le suddivisioni che si sono susseguite a partire dalle 3.00 di questa notte per mettere in scena uno spettacolo dai colpi di scena senza eguali.
Tra i più inaspettati scenari spicca senz’altro il predominio del Comitato Olimpico Russo sugli Usa nella qualifica di squadra, ma ce n’è uno che ha un sapore particolare: Vanessa Ferrari supera per 33 centesimi Simone Biles nella classifica del corpo libero.
La certezza della qualifica alla finale ancora non c’è, ma mancano solo due rotazioni all’attivo e le possibilità di entrare non sono mai state così alte. Nell’attesa dell’ufficialità di questa e altre finali (l’Italia occupa attualmente il quinto posto di squadra e ci sono due individualiste in lizza nei primi dieci posti), ecco i momenti cardine di una gara lunga ed emozionante, con le foto della Federazione Internazionale di Ginnastica.
SUDDIVISIONE 1
a cura di Anna Maria Palaia
In prima suddivisone abbiamo visto la nostra nazionale battagliare fianco a fianco con le padrone di casa del Team Giappone. La azzurre – nonostante la prima suddivisione e l’ansia del debutto olimpico – hanno dominato la suddivisione. Leggi qui per sapere com’è andata. La nazionale nipponica si è difesa con onore al corpo libero e alla trave. Si segnala in particolare il bellissimo esercizio alle parallele di Hitomi Hatakeda da 14.133! La ginnasta, una volta terminata l’esecuzione è scoppiata in lacrime per la gioia. Ottima anche la rotazione al volteggio, purtroppo però, vari errori sparsi qua e là durante la gara non hanno permesso al Giappone di riuscire a colmare il divario con l’Italia. Il punteggio complessivo è stato di 162.662 (contro il 163.330 delle Italiane).
Mai Murakami Vanessa Ferrari
SUDDIVISIONE 2
Nella seconda suddivisione si sono consumate due sfide: quella interna tra il Comitato Olimpico Russo (ROC) e la Cina, e quella tra la Gran Bretagna e l’Italia. La gara delle azzurre ha tenuto testa alle inglesi fino all’ultima rotazione, ma al volteggio, per una manciata di centesimi di punto – 66 per l’esattezza –, le britanniche riescono a superare le azzurre nella gara di qualifica. Le Gadirova, Jessica e Jennifer, sono state letali sul quadrato del corpo libero, ma non abbastanza: la precisione e l’eleganza di Vanessa Ferrari ha tenuto testa ai punteggi delle gemelline sedicenni, e non solo! Il corpo libero della leonessa di Orzinuovi resta in vetta anche dopo le russe, Melnikova e Viktoriia, anche se l’inaspettato deve ancora arrivare.

La squadra russa, sotto la bandiera del ROC, domina senza problemi sulle Cinesi. E una della rotazioni a fare la differenza è quella alle parallele. Da sempre acerrime concorrenti sugli staggi, oggi quattro Russe su sei (solo perché la Gerasimova è incappata in una caduta dal suo esercizio) surclassano le cinesi. Appaiate a distanza di due decimi la prima dalla quarta, le russe si esprimono ottimamente alle parallele con il 14.966 di Anastasiia Iliankova, 14.933 di Angelina Melnikova, 14.866 di Viktoriia Listunova e il 14.766 di Vladislava Urazova.
Alle cinesi, quindi, non basta una rotazione magistrale sui cinque centimetri per agguantare la rimonta. Anche perché l’unica trave veramente inarrivabile è quella da 6.9 di D-Score (14.933 il punteggio complessivo) di ChenChen Guan, che gareggia a Tokyo come individualista. Gli esercizi di Xijing Tang (14.333) e Yufei Lu (14.100) sono comunque ottimi, controllati ed eleganti, ma non bastano ad arginare l’avanzata delle russe. Al corpo libero la sfida è impari: Listunova e Melnikova sono specialiste (entrambe archiviano un 14.000), e a loro segue l’agguerritissima Urazova, che in modo del tutto inaspettato, ruba alla campionessa europea e russa in carica, Viktoriia Listunova, il secondo posto disponibile per la gara All-Around. Una rotazione al volteggio ben assestata completa l’opera, e così il Team ROC rifila quasi mezzo punto di distacco alle avversarie. Angelina Melnikova, la prima classificata delle ginnaste russe, ha dichiarato che l’obiettivo del ROC è quello di andare a prendere l’oro olimpico di squadra. Riusciranno nell’impresa?
SUDDIVISIONE 3
a cura di Veronica Vecchi
Se nelle prime due suddivisioni delle qualifiche femminili si sono consumate sfide “alla pari”, nella terza abbiamo assistito a una lotta su due livelli differenti tra Usa e Paesi Bassi, dove comunque è sembrato che entrambe le squadre abbiano risentito della pressione che questa edizione olimpica porta con sé.
La nazionale Usa inizia al corpo libero, dove si compiono alcuni errori, il più clamoroso è quello di Simone Biles che rimbalza fuori dal quadrato della pedana dall’ultima diagonale. L’errore però non inficia di molto la sua posizione, dove con 14.133 rimane appena dietro il punteggio dell’azzurra Vanessa Ferrari (14.166), che qualche ora prima aveva portato a casa un esercizio di altissimo livello senza pecche. Altri 0.033 centesimi in meno, prende l’individualista Jade Carey, diventando così la seconda ginnasta americana all’attrezzo.
Una giornata iniziata male per gli Stati Uniti e soprattutto per Biles che esce dai materassini con il Cheng e si prende 0,30 di penalità al primo salto. Con un po’ di commozione decide di portare un Amanar spettacolare e controllato al posto dello Yurchenko doppio carpio che le vale una media di 15.400. Il duello delle individualiste Skinner-Carey per il secondo posto in finale va alla seconda, con un Amanar quasi perfettamente stoppato (media 15.166).
Alle parallele, gli USA sembrano riprendersi dalle prime due rotazioni sottotono, nonostante Jordan Chiles abbia toccato il materassino con i piedi (errore che vale al pari di una caduta e che le fa prendere 12.866). A risolleva l’errore della Chiles c’è Sunisa Lee, seria pretendente all’oro all’attrezzo. Con gli incredibili collegamenti (Nabieva-Bhardwaj e Maloney-Gienger) e l’uscita stoppata, prende 15.200, salendo al comando nella classifica alle parallele per le prime tre suddivisioni.

Nemmeno l’ultimo attrezzo dello squadrone americano, la trave, sembra essere privo di pecche. Se Grace McCallum inizia con un esercizio pulito, è Jordan Chiles a cadere per ben due volte: prima dalla serie acrobatica e poi dall’uscita (solo 11.566 per lei). Biles si riprende da un inizio di sessione così così e porta a casa un esercizio pulito, tranne che per l’uscita, dove la sua potenza le fa fare tre grandi passi. Conclude così la gara con 14.066 alla trave.
Gli Stati Uniti, per la prima volta almeno nell’era Biles, chiudono la gara dietro le russe (Comitato Olimpico Russo) a poco più di un punto di distanza. Nonostante gli errori la “GOAT” Simone Biles è comunque prima nel concorso generale, mentre il secondo posto Usa viene preso da Sunisa Lee.
Altra squadra presente nella suddivisione sono i Paesi Bassi, che si piazza ultima nella classifica parziale a squadre. Alla trave ritrovano il loro attrezzo di punta, ma una caduta di Eythora Thorsdottir dall’entrata rallenta la corsa alla finale a squadre (12.333 con ricorso). Lieke Wevers con un esercizio pulito si porta alle spalle della sorella con 13.366. Proprio Sanne Wevers, campionessa olimpica in carica all’attrezzo, sui dieci centimetri ha qualche sbilanciamento di troppo e, dopo un’attesa infinita (quasi quanto i suoi giri), il punteggio che porta a casa è 13.866.
L’eleganza olandese non è sufficiente senza una base di potenza, così l’unico punteggio alto del quartetto arancione è quello della stellina Thorsdottir, che porta un’importante innovazione difficilmente replicabile da altri: la musica di Big in Japan del suo esercizio è infatti cantata proprio da lei! Purtroppo, questo non basta e non va oltre 13.133.
Tra le individualiste, invece, spicca Larisa Iordache, che parte proprio dalla trave, l’unico attrezzo presentato a causa dolore alla caviglia. E proprio con l’uscita in triplo avvitamento, sovraccarica quella caviglia e si infortuna ulteriormente. Nonostante questo, è riuscita a presentare un esercizio di tutto rispetto che le fa guadagnare 14.133. Altro infortunio subito in allenamento, stavolta al tendine d’Achille, non ha fermato la ginnasta anglo-giamaicana Danusia Francis dal voler vivere il suo sogno olimpico: si è presentata sugli staggi con un esercizio super-semplificato, ma si ritiene comunque soddisfatta nell’aver partecipato alla manifestazione. Il suo prossimo obiettivo saranno i Giochi del Commonwealth.