Nella giornata di ieri, la Federazione Ginnastica d’Italia ha reso nota la rosa di atletə che rappresenterà l’Italia nella XXXII Olimpiade, quella di Tokyo 2020.
Nessuna proroga post-Assoluti, nessuna deroga. I quattordici nomi dei componenti della delegazione azzurra di Ginnastica che andrà a caccia di medaglie in Giappone per conto del CONI sono quelli definitivi.
Per sapere chi sono tutti i convocati e le convocate leggi il nostro articolo cliccando qui.
La fatidica scelta del settetto dell’Artistica – composto da due atleti per la Maschile e cinque atlete per la Femminile – e delle sette della Ritmica, ha generato diverse perplessità tra gli appassionati.
I nominativi della squadra dell’Artistica Femminile sono provvisori? Come funziona la questione riserve? Perché l’Italia dell’Artistica Femminile non ne ha indicato nessuna? È una questione puramente economica? Se sì, come mai la Ritmica porterà a Tokyo due atlete come riserva?
A seguito del grande dibattito che si è creato sui social, GINNASTICANDO.it ha deciso di contattare la Federazione Ginnastica d’Italia per dare voce a questi dubbi e provare a fare chiarezza.
Di Olimpiadi, Pandemie e Riserve
Tanto per cominciare, va detto che l’Olimpiade è una competizione molto diversa rispetto ad altre gare internazionali, quali Campionati Mondiali ed Europei monodisciplinari. L’esperienza di unə atletə durante l’Olimpiade non è relativa solo alla gara, ma anche al modo di vivere questo evento nel villaggio olimpico, con la consapevolezza di essere fianco a fianco con i migliori esponenti a livello internazionale di tante altre discipline.
In questo momento di emergenza sanitaria planetaria, è facile dedurre che riunire un numero tanto grande di persone – provenienti da ogni parte del mondo – sarà una sfida per il Comitato organizzatore dei Giochi. Ogni azione compiuta da atletə e tecnicə dovrà passare al vaglio di un protocollo ben preciso, composto da regole rigide e imprescindibili.
Nello specifico il villaggio olimpico e le palestre di allenamento saranno accessibili solo ed esclusivamente per atletə (e personale di supporto) che parteciperanno attivamente ai Giochi. Ciò significa che i componenti non effettivi di una squadra (riserve e altro personale di supporto) dovranno vivere e allenarsi fuori dal villaggio olimpico. Dunque, le eventuali riserve non potranno nemmeno avere contatti con il resto della squadra, se non in casi che lo richiedono.
Per questo gli stessi tecnici di molti atleti in gara (come i nostri Gigi Rocchini o Monica Bergamelli) dovranno alloggiare all’esterno del villaggio ed entrare in contatto con i propri atleti solo quando strettamente necessario.
Allora perché la squadra Usa Femminile ha ben quattro riserve a disposizione e l’Italia nessuna?
La questione è molto più complessa di quello che potrebbe sembrare. In primo luogo il Giappone – come l’Italia – ha accordi diversi con i singoli paesi per quanto riguarda l’obbligo di quarantena. Così come sono diversi gli accordi raggiunti tra i Comitati Olimpici delle singole nazioni e quello giapponese.
Inoltre le autorità nipponiche – insieme ai Comitati Oimpico e Paralimpico – hanno disposto che in stadi e palazzetti non sarà ammesso pubblico straniero. Ciò significa che, a meno che unə atletə (o unə componente del personale di supporto) non partecipi attivamente alla gara, lui o lei non potrà assistere neanche dagli spalti alla competizione.
L’Artistica e la mancata riserva.
È dai tempi di Sydney 2000 che l’Italia dell’Artistica non porta riserve alle Olimpiadi. Uno dei motivi, quello più semplice, è molto intuitivo: la formula di gara.
Prendendo ad esempio l’Artistica Femminile, nei cicli olimpici passati, anche se una ginnasta durante la gara si fosse infortunata, la formula del 5-3-3 (cinque atlete, tre migliori prestazioni a formare il punteggio complessivo) avrebbe consentito comunque alla squadra di completare il giro degli attrezzi senza fare ricorso alla riserva.
A maggior ragione, questo ragionamento vale per il ciclo olimpico corrente, dove la formula di gara del 4-3-3 (quattro atlete, tre migliori prestazioni a formare il punteggio complessivo) non lascia spazio a un’eventuale specialista, motivo per cui è stato possibile qualificare anche ginnaste e ginnasti a titolo individuale.
Ma questa non è l’unica ragione per la quale l’Italia non ha più portato una riserva da così tanto tempo alle Olimpiadi. Ci sono tutta una serie di questioni logistiche – come il dover reperire un albergo e una palestra fuori dal villaggio olimpico – che con la crisi pandemica in atto si sono ulteriormente complicate, fino a diventare insormontabili.
La Federazione Ginnastica d’Italia ci ha comunicato che ha fatto il possibile per rendere concreta la presenza di una riserva a Tokyo, ricorrendo anche all’aiuto attivo di Donatella Sacchi (Presidentessa del Comitato Tecnico Internazionale della Ginnastica Artistica Femminile). Tuttavia, a causa dell’overbooking nella città capitale nipponica – unitamente alle restrizioni a cui i cittadini italiani devono sottostare in territorio giapponese – nessuna soluzione è risultata adatta allo scopo.
Gli alloggi trovati erano tutti fuori dalla città di Tokyo – dunque troppo distanti –, e le strutture disponibili per gli allenamenti avrebbero consentito alle riserve massimo un’ora, un’ora e mezza di allenamento al giorno. E per una ginnasta che dovrebbe tenersi pronta a un eventuale gara All-Around, un’ora e mezza di allenamento al giorno è un tempo assolutamente insufficiente per mantenere una preparazione atletica adeguata.
E la Ritmica, allora, perché ha portato due riserve?
Si può dire che la Ritmica sia composta da due discipline distinte, l’Individualità e la Squadra. Mentre per le ginnaste individualiste non ci sono riserve a Tokyo, per la Squadra il discorso è diverso.
Essendo quella delle Farfalle un’attività di coordinazione attiva, se una ginnasta del gruppo risultasse impossibilitata a scendere in pedana per un determinato motivo, nemmeno l’intera squadra avrebbe la possibilità di gareggiare. Ragion per cui c’è stata la necessità assoluta di portare una ginnasta di riserva. L’altra occupa un ruolo che nella Ritmica viene chiamato Sparring Partner, ossia una ginnasta che resta a bordo campo durante tutta la routine, intervenendo solo nel caso in cui ci sia bisogno di rilanciare gli attrezzi.
Non è una questione economica, dunque?
In questo caso la Federazione Ginnastica d’Italia specifica che non è una questione economica. A provvedere alle spese della delegazione a livello economico è il CONI, che si occupa di finanziare la spedizione di ogni atleta (e personale di supporto) della delegazione italiana, comprese le eventuali riserve.
Il CONI aveva garantito la disponibilità economica, ma è stato per i motivi spiegati sopra che si è deciso di non portare comunque nessuna riserva, a prescindere dai costi.
Possibili scenari per l’Artistica Femminile.
La squadra dell’Artistica Femminile a Tokyo sarà quella comunicata dalla Federazione ieri. Le nostre quattro atlete scenderanno in pedana con la formula del 4-3-3 e se – per qualunque motivo – una di loro dovesse essere impossibilitata a gareggiare, allora si aprirebbero diversi possibili scenari.
Il primo è quello di continuare la gara con sole tre ginnaste All-Around. Sarebbe un rischio, ma è comunque una delle alternative possibili.
L’altra possibilità – ben più succulenta – è che Vanessa Ferrari rientri nella squadra e ceda il posto conquistato da individualista alla seconda nella lista, che si dà il caso sia Lara Mori.
Questa seconda ipotesi non è del tutto da escludere. È risaputo che Vanessa Ferrari stia allenando tutti e quattro gli attrezzi e la Federginnastica fa sapere che Lara Mori si sta comunque tenendo pronta all’eventualità di una partenza dell’ultimo minuto.
È chiaro che la nostra nazionale di Ginnastica Artistica (si parla di Femminile solo perché i pass ottenuti dalla Maschile per queste Olimpiadi sono stati nominativi) è composta da tante validissime atlete come Lara Mori, Desiree Carofiglio, Elisa Iorio e altre importanti protagoniste. Il Direttore Tecnico Enrico Casella ha, per forza di cose, dovuto fare una scelta, che è ricaduta su alcune atlete e ne ha escluse tante altre.
Sciogliendo ogni riserva non resta che augurare alla nostra delegazione, qualunque essa sia, di illuminare il cielo di Tokyo di orgoglio azzurro.