La scorsa notte a St. Louis si è conclusa la seconda giornata dell’Olympic Trials targato USA Gymnastics, che ha determinato la squadra dell’Artistica Femminile USA in partenza per le Olimpiadi di Tokyo.
TEAM USA – Simone Biles sarà la capitana dello squadrone americano composto da Sunisa Lee, Jordan Chiles e Grace McCallum.
Simone Biles Sunisa Lee
Grace McCallum Jordan Chiles
La decisione presa dalla USA Gymnastics è stata frutto di un’attenta analisi di due giorni di gara al Dome di St. Louis, il primo il 25 giugno e il secondo ieri, 27 giugno, in prima serata (a tarda notte nel fuso orario Europeo). I punteggi ottenuti dalle atlete in questi due giorni sono stati sommati per ottenere la classifica finale.
Le ginnaste classificate prima e seconda hanno avuto la certezza di essere state selezionate per la squadra, mentre le restanti due e la ginnasta individualista sono state scelte da un Comitato istituito per l’occasione dalla USA Gymnastics.
GLI OLYMPIC TRIALS
Le ginnaste che meglio hanno figurato nella due giorni di gara sono state, Simone Biles (118.098 punti) e Sunisa Lee (115.832 punti).
Simone Biles
Nella prima giornata di gara Simone Biles ha archiviato un All-Around sensazionale. Con 60.565 punti in totale, Simone ha sfondato il muro del 15 in ben tre attrezzi: 15.466 al volteggio, 15.366 al corpo libero e 15.133 alla trave, mentre alle parallele “solo” 14.600. Tuttavia, la Biles che è scesa in campo questa notte non è stata la solita marziana a cui il pubblico è abituato.
Dopo due salti stratosferici al volteggio (il Cheng e l’Amanar, niente doppio carpio), Simone alle parallele commette con un importante imprecisione all’inizio dell’esercizio e chiude con un rimbalzo molto evidente sull’uscita in Tsukahara avvitato.
È alla trave, però, che viene fuori la fragilità e l’umanità della campionessa mondiale più medagliata della storia della ginnastica.
La caduta – su un elemento semplice per i suoi standard come la ruota senza posa delle mani – compromette una performance altrimenti impeccabile. E Simone si mostra tanto delusa da cedere a un pianto inconsolabile.
Al corpo libero, infatti, la routine non è quella piena di sorrisi che gli appassionati sono soliti vedere, ma i suoi 90 secondi sul quadrato sono comunque uno spettacolo raro. Doppio salto raccolto con triplo avvitamento, salto teso con mezzo giro (entrambi questi salti prendono il suo nome sul Codice dei Punteggi), salto teso avanti con avvitamento collegato allo Tsukahara e per finire Tsukahara avvitato. Il suo è un esercizio davvero incredibile, l’unico al mondo che conta 6.6 di difficoltà.
Ma la gara non brillante della Biles ha portato un risultato inatteso quanto incredibile: Sunisa Lee è riuscita a superare Simone nella classifica di giornata.
Sunisa Lee
Il 58.166 di Sunisa contro il 57.533 di Simone rappresenta una breccia importante nella muraglia costituita dall’imbattibilità della veterana a stelle e strisce. Certo è che nella somma dei due giorni di gara Simone ha comunque un margine di due punti sulla connazionale, ma questa piccola sconfitta mette in luce che nulla è garantito in questo sport, neanche per una leggenda come Simone Biles.
Sunisa Lee a St. Louis – come anche agli US. Championships – è scesa in campo in ottima forma, nonostante abbia dichiarato di aver avuto un piccolo infortunio alla caviglia meno di un mese fa. E ciò significa che questa atleta si è presentata ai Trials non al massimo delle sue potenzialità!
Alle parallele asimmetriche ha incantato il pubblico per il suo esercizio preciso e pieno di transizioni tra gli staggi, che nella prima giornata le è valso uno stratosferico 15.300 (D-score 6.8). Stanotte, invece, delle mancate connessione tra gli elementi le hanno rubato qualche decimo, ma in ogni caso il punteggio di 14.900 (con nota D 6.5) è sinonimo di una prestazione superlativa. In entrambi i giorni di gara, alla trave Sunisa è riuscita a superare la specialista Kara Eaker, mostrando un esercizio fluido e di alto valore. Un corpo libero con D-Score da incrementare e un volteggio solido completano il quadro di una ginnasta All-Around insidiosissima.
Jordan Chiles
Pur non avendone la certezza, chiunque l’abbia vista gareggiare negli ultimi mesi avrebbe potuto intuire che Jordan Chiles sarebbe entrata in squadra. Questa atleta nell’ultimo anno ha lavorato tantissimo sull’approccio alla competizione, tanto da essere quasi irriconoscibile. Si è lasciata alle spalle insicurezza e instabilità, ed è scesa in campo mostrandosi solida come una roccia. È da febbraio a questa parte, infatti, che Jordan non sbaglia un esercizio in gara! Ed è andata così anche negli Olympic Trials, dove la sua costanza le ha concesso di raggiungere il terzo posto in classifica.
Grace McCallum
Il quarto posto in squadra, invece, è stato parecchio combattuto. Tante atlete – tutte molto valide – avrebbero potuto ambire a completare il cerchio del Team USA. A fare la differenza, però, è stato il contributo che l’ultima ginnasta avrebbe potuto apportare alla squadra al corpo libero e al volteggio. Così la scelta del Comitato incaricato dalla USA Gymnastics è ricaduta su Grace McCallum, che in ordine di classifica è anche la quarta ginnasta dei Trials.
Le individualiste
Jade Carey in questi giorni è apparsa la ginnasta più rilassata della competizione, e a ragion veduta! La statunitense, forte dell’ufficialità avuta a seguito della tappa di Doha, parteciperà alle Olimpiadi come individualista con il pass nominale guadagnato al volteggio nel circuito delle Apparatus World Cup.
Jade Carey MyKayla Skinner
Il Comitato incaricato dalla USA Gymnastics ha poi deciso di assegnare il posto non nominale guadagnato nel circuito di Individual Word Cup a MyKayla Skinner. La ventiquattrenne – riserva della squadra USA alle scorse Olimpiadi di Rio 2016 – ha portato a termine due gare molto positive. Il quinto posto in classifica le ha consentito di strappare il biglietto per Tokyo e gareggiare attivamente nella sua prima Olimpiade, anche se come individualista.
Voci di corridoio vedevano Riley McCusker come favorita per questo posto individuale. La giovane atleta dell’Arizona Sunrays avrebbe avuto tutte le carte in regola per poter ambire a una finale olimpica con il suo esercizio alle parallele asimmetriche (unico attrezzo nel quale Riley si sta allenando a causa di un infortunio alla caviglia), ma purtroppo ieri notte è incappata in una caduta che ha compromesso fatalmente la sua prestazione e anche la possibilità di partecipare alle Olimpiadi.
Non una, non due, ma ben quattro riserve!
Ebbene sì. Al momento dell’annuncio della riserva, che in genere è un posto riservato a una sola o, al limite, a due atlete, sono state nominate ben quattro ginnaste: Kayla DiCello, Kara Eaker, Leanne Wong ed Emma Malabuyo.
Kayla DiCello Kara Eaker
Leanne Wong Emma Malabuyo
Gli USA hanno piazzato la loro corazzata, ora non resta che aspettare la risposta di Russia, Cina e… dell’Italia!