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Intervista a Stefano Rossini

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Di ritorno dalla World Challenge cup di Varna, e fresco della vittoria nella Final Six 2021 con la ProPatria Bustese, confermando il successo in Regular Season, abbiamo scambiato qualche domanda con il tecnico dei tigrotti Stefano Rossini.

Com’è stato vivere l’emozione di un primo titolo italiano da atleta della ProPatriaBustese prima, e suo allenatore poi, seguendo le orme di grandissimi come Rino Scala? Ci avresti creduto anni fa a questo sogno divenuto realtà?

Riuscire ad ottenere questo risultato mai raggiunto prima da una società così importante e gloriosa come la Pro Patria mi ha reso ancora più orgoglioso. Vincerlo con atleti e ragazzi che sono cresciuti con me o che ho visto crescere mi ha trasmesso un emozione unica e indescrivibile.
È un sogno che si avvera. Quando gareggiavo per me è sempre stato importante vincere a livello di squadra. I tempi sono cambiati, i metodi di allenamento si sono evoluti e sono davvero felice di vedere che il mio duro lavoro porti a risultati come questo.

Vincitori della regular season e vincitori della Final Six, più una conferma è un segnapasso? Forse è presto ma le credenziali per bissare questo ci sono?

Quest’anno siamo riusciti a dare continuità ai risultati ottimi raggiunti la scorsa stagione. L’inserimento di Nicola ci ha permesso di fare un salto di qualità non indifferente e, dopo il secondo posto del 2020, il nostro obbiettivo di questa stagione era proprio la vittoria del campionato. Al momento, più che pensare a replicare questo incredibile ma allo stesso tempo ricercato risultato, l’obbiettivo è quello di trovare sempre il modo di migliorarci giorno dopo giorno per poter mantenere sempre questo livello.

Edalli, Bartolini, Federici…tre nomi giganti, affiancati a Crimi, Bubbo, Fermin e Bergamini… Com’è stato dover mitigare tutti gli umori di uno spogliatoio così composito?

Ho sempre pensato che la base su cui costruire i successi fosse instaurare un rapporto di fiducia reciproca e di alchimia con i ragazzi. Quest’anno l’esperienza e le grandi personalità di ginnasti veterani come Ludo e Nicola, mi hanno agevolato e aiutato nel raggiungimento di questo mio obiettivo: la creazione di un gruppo di ragazzi fantastico e costantemente pronto a mettersi in gioco.

Femminile è sinonimo di strapotere Brixia, in campo maschile forse non si vedeva un equilibrio ed un livello tecnico tale da anni, confermato anche in campo internazionale. Ci sono i presupposti per una svolta vera per tutto il comparto in vista di Parigi 2024?

La strada che stiamo percorrendo è sicuramente quella giusta. Il livello della competizione internazionale raggiunto è ad oggi incredibile, ma l’Italia sta lavorando per ridare alla nostra Nazionale il valore che si merita.

La Final Six adotta per il secondo anno un modus in cui la scelta delle pedine, come negli scacchi a volte, è fondamentale. Mi arrischio a chiederti se e quale tattica hai messo in campo, nei trielli e nella scelta degli esercizi da presentare?

Questo format utilizzato per la Final Six è molto avvincente ed emozionante. Ritengo sia stato fatto un ottimo lavoro soprattutto grazie alla semplificazione della modalità di gara che permette di raggiungere un pubblico più vasto e dare maggiore visibilità al nostro sport. Per quanto riguarda la tattica usata in gara, oltre al classico confronto delle Note D tra gli atleti mi piace osare ed uscire dalla nostra area di comfort cercando di portare degli esercizi per noi estremamente sfidanti e allo stesso tempo stimolanti. Inoltre, soprattutto in occasione di scontri equilibrati, mi piace anche confrontarmi singolarmente con i ragazzi per capire se qualcuno di loro ha un particolare stimolo nel gareggiare contro determinati atleti.

Sei di ritorno dalla World Challenge Cup a Varna, come prevedi quest’estate azzurra?

L’esperienza della WCC a Varna ci ha caricati e stimolati molto. Durante quei giorni abbiamo lavorato duramente e siamo tornati a casa con una carica positiva e un bagaglio più arricchito. Confrontarsi con i più forti è sempre un’occasione che ti spinge a migliorare e a cercare di superare i propri limiti, per arrivare poi a superare anche gli ostacoli che si presentano quando si affrontano gli avversari più ostici.
Ora il nostro obiettivo è quello di lavorare intensamente in vista della preparazione ai Campionati Assoluti di Luglio e preparaci ai Mondiali di Ottobre a Kytakyushu in Giappone.

Come ha vissuto la ProPatriaBustese questi mesi di lockdown, nella logica delle chiusure e dello sgretolamento di tante realtà sportive italiane, tra mancanze di aiuti e allenamenti a porte chiuse solo per gli agonisti; in virtù del progetto del PalaGinnastica tanto voluto da Scala?

Salti mortali in pedana, ma non solo. Come tutte le realtà sportive anche la ProPatria ha fatto grandissimi sforzi per rimanere a galla. Grazie al suo staff ha trovato il modo di rimanere vicino ai suoi iscritti organizzando lezioni online per mantenere vivo l’interesse soprattutto dei più piccoli per questo sport. Un altro grande ringraziamento è doveroso farlo anche a tutto il nostro quadro amministrativo che ci ha permesso di superare quest’anno difficile.

Come è stato il passaggio da atleta ad allenatore, se quantomeno una scelta o qualcosa di fisiologico? E se non ci fosse stata la ginnastica, Stefano Rossini avrebbe fatto…

In realtà il passaggio è stato semplice e naturale. Ho sempre avuto il desiderio di seguire questa strada anche grazie all’incessante curiosità e alla costante voglia di imparare che da sempre mi contraddistinguono e mi spingono ad informarmi e ad osservare. Anche le esperienze che ho vissuto da ginnasta mi hanno aiutato a scegliere i modelli da seguire e da chi prendere ispirazione.
Al di fuori della ginnastica lavoro in un locale che ho aperto lo scorso anno insieme a mio fratello e ad un amico, un’altra grandissima sfida in un anno particolare come questo.
Cosa avrebbe fatto Stefano Rossini se non ci fosse stata la ginnastica? Probabilmente mi sarei buttato nel mondo della pallacanestro. Lo sport per me rappresenta più di un lavoro, è una vera e propria passione che coltivo in ogni sua forma e sfaccettatura e non potrei immaginarmi a lavorare in un ambiente diverso da questo.

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Michele Forzinetti
Varese, Laurea in SM, Istruttore Federale e Ufficiale di Gara GAF - preparazione fisica e atletica con atleti di élite: aerobica, arrampicata, arti marziali, acrobatica. L I F E I S A B A L A N C E
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