Oggi incontriamo quattro tecnici di A1 della GAM per parlarci di come hanno vissuto l’interruzione dalle gare, la quarantena e la ripresa iniziata da poco. Gigi Rocchini Ginn.Civitavecchia), Nicola Costa (Corpo Libero GT), Pamela Cauli (Asd Ares 2013),Corrado Corti (Pro Carate).
Come state vivendo questo periodo di quarantena?
GR: abbiamo ridotto drasticamente il lavoro fisico, perchè le condizioni casalinghe non danno le stesse possibilità che può dare la palestra, di conseguenza abbiamo tenuto acceso il contatto tra di noi, i grandi sono stati liberi di agire in maniera utile mantenendo un minimo di attività fisica, e qualcuno si è organizzato con delle attrezzature a casa. Mentre i più piccoli hanno continuato con delle videolezioni, continuativa ma non assillante, proprio per evitare un eccesso di lavoro in ambiente poco adeguato, e non valutabile in prima persona, che è la cosa fondamentale durante un allenamento.
NC: Stiamo cercando di fare il possibile per fare in modo che questo periodo possa essere sfruttato come un’opportunità. Dall’inizio abbiamo cercato di lavorare fin da subito in società per analizzare la situazione, sviluppare idee e possibili soluzioni per gestire questa emergenza, anche da un punto di vista economico. Dal 4 Maggio abbiamo riaperto il Palaindoor che ospita l’accademia nazionale di ginnastica artistica maschile e 3 ginnasti di interesse nazionale hanno ripreso ad allenarsi. Sarà poco ma almeno è qualcosa.
PC: cucinando? Mangiando? Scherzi a parte, la fortuna di questa squadra che la metà è composta da ginnasti di interesse Nazionale, quindi si sono fermati un mese in meno rispetto agli altri. Ma in questo mese si sono allenati tutti i giorni a parte Pasquetta per due ore sulla piattaforma di Zoom. Non è stato facile, lo stimolo era poco ma ci siamo inventati le sfide più svariate, e il gruppo come dico sempre, aiuta!
CC: siamo rimasti tutti quanti esterrefatti da questo periodo a dir poco surreale. Ogni abitudine, ogni azione quotidiana è stata bloccata improvvisamente, senza neanche un preavviso. Ancora oggi a pensarci nessuno di noi riesce a darsi una spiegazione né tanto meno a “metabolizzare” questo male che è giunto fino a noi.
Come è stato dover interrompere di colpo la preparazione?
GR: eravamo rimasti in palestra in pochi prima della chiusura totale: un gruppo di persone che inseguivano ancora il disegno olimpico e gli Europei; con l’arrivo della cancellazione di questi eventi un pò di disagio l’abbiamo provato tutti quanti, per cui l’abbiamo vissuta in maniera ovviamente inevitabile, come è ogni cosa di fronte all’impossibilità di fare “altro”. E quindi siamo rimasti ad aspettare l’eventuale chiusura che sarebbe stata di lì a poco.
NC: Purtroppo di fronte a scenari come quelli che abbiamo vissuto tra Febbraio e Marzo le preoccupazioni e le incertezze sul futuro sono talmente tante che ci si ritrova destabilizzati in generale e alcuni obiettivi passano in secondo piano. Il lavoro in palestra si è interrotto ad una settimana dalla terza prova di serie A1 (poi annullata). Eravamo pronti e focalizzati sull’obiettivo anche perché la situazione nel campionato per entrambe le nostre squadre, sia quella maschile che quella femminile, non era del tutto rosea.
PC: qualche ragazzo ha interrotto gli allenamenti il 4 aprile, quindi quasi un mese dopo rispetto agli altri, eravamo pronti c’è lo aspettavamo, il momento più triste è stato sapere del rinvio di Europei e Olimpiadi, anche se è stata una decisione corretta, lo stimolo è andato a scemare!
CC: uno shock, un dispiacere per tutti gli sforzi fatti ed energie impiegate fino a quel punto per cercare di raggiungere obiettivi sfumati così all’improvviso. Possiamo solo essere d’accordo sull’aver preso la giusta decisione di dover interrompere tutto per un un obiettivo ancora maggiore, la salute di tutti.
Come vi siete dovuti riorganizzare con gli allenamenti?
GR: nel riprende questo filo interrotto drasticamente dal virus abbiamo dovuto ripartire da un quasi azzeramento dell’attività proposta, perchè si sono spostati gli appuntamenti di calendario, quindi sono venute e vengono meno le esigenze di un lavoro che deve correre a definire un repertorio di alto livello; per cui, per quello che riguarda la condizione dei più grandi, stiamo riprendendo un percorso di ripresa come se fosse passato un periodo di vacanza abbastanza lungo, e così ci prepariamo a ricominciare l’attività tecnica.
NC: in un primo momento abbiamo preferito attendere che i nostri ginnasti trovassero un loro equilibrio in una vita decisamente scandita da ritmi e giornate totalmente differenti da quelli a cui erano abituati. In questa prima fase abbiamo inviato a tutti i gruppi agonistici alcuni protocolli differenziati di allenamento da poter svolgere in autonomia. Dopo questo assestamento ci siamo organizzati con gli allenamenti online sulle diverse piattaforme. Stiamo portando avanti questa tipologia di lavoro con tutti i gruppi agonistici e non solo.
PC: con Zoom tutti i giorni per due ore come se fosse un allenamento normale con parti di riscaldamento, mobilità e simulazione degli attrezzi con esercizi propedeutici per quello che è stato possibile.
CC: con i pochi attrezzi a disposizione e con molta fantasia, ma cercando sempre di seguire i principi di allenamento che regolano questa disciplina, tenendo alto anche lo stimolo e la voglia dei ginnasti di proseguire gli allenamenti casalinghi.
Com’è vedete la ripresa delle attività e il futuro dello sport italiano?
GR: molto dipenderà dall’andamento di questa fase dopo virus, in quanto diventa limitante pensare di dover fare un lavoro in condizioni di precarietà grave, come è stata e come si sta presentando in questa ultima fase. Noi proseguiamo sulla base di appuntamenti di medio e lungo raggio, si sta ragionando sui prossimi calendari del secondo semestre, dove si prevedono degli appuntamenti tecnici che possono rilanciare un’azione di preparazione competitiva. Siamo fiduciosi e cerchiamo di ottimizzare adesso le nostre risorse fisiche e psicologiche, ma la affrontiamo in maniera serena cercando di migliorare giorno per giorno la condizione fisica e tecnica. Sono sicuro che le altre federazioni e le altre discipline sapranno reagire come noi ad una fase che stata precaria per tutti quanti, e da questo momento ne potranno trarre fuori condizioni di reazione positivo, spero che questo virus non si presenti più e che ci lasci sognare per i prossimi appuntamenti.
NC: sarà sicuramente difficile. Le problematiche saranno tante e su fronti diversi. Stiamo cercando di pianificare il pianificabile in modo tale da farci trovare pronti quando sarà il momento: ripensando gli spazi e la logistica all’interno degli impianti, rivedendo l’organizzazione delle attività in funzione di quello che possiamo pensare saranno le indicazioni da seguire. Avremo bisogno di tutta la nostra creatività insieme ad una buona dose di pazienza per rieducare tutti i nostri atleti ad un nuovo modo di stare in palestra. Da inguaribile ottimista non credo sia possibile immaginare un futuro senza sport, in un modo o nell’altro, si ripartirà e piano piano si ricostituirà il tessuto di associazioni che sono la linfa vitale del sistema sportivo italiano. Forse quello che stiamo vivendo servirà anche per riflettere sul sistema sport in Italia e magari potrebbe aprire la strada alle riforme che il mondo sportivo dilettantistico attende e richiede da anni. Questa situazione non ha risparmiato nessuno e molte associazioni ne usciranno con le “ossa rotte” ma sono certo che tutti faranno la loro parte per lottare e cercare di rialzarsi. Dopo tutto lo sport insegna anche proprio questo.
PC: Abbiamo ricominciato con tutta la squadra di Serie A a parte il capitano, lunedì 4 maggio, i ragazzi stanno reggendo bene, gli allenamenti da casa sono serviti. Sono un po’ cambiati fisicamente, fermarsi così tanto tempo a questa età porta a delle trasformazioni fisiche incredibili.
Il resto del gruppo speriamo possa riprendere presto, purtroppo ci tocca aspettare le decisioni del Governo.
Lo Sport Italiano, bella domanda, mi auguro che con questa crisi si sia capito che lo sport non si chiama calcio e che esiste un mondo di tecnici, e collaboratori che vivono di questo, il mio più grande desiderio è che riconoscano che lo sport è fondamentale nella vita delle persone.
CC: credo che nel breve periodo rimarrà un po’ di timore e che l’importante sia ricordarsi di questa paura per poter migliorare il nostro futuro. Per questo ritengo che bisognerebbe pianificare una ripartenza graduale, dar tempo a tutti quanti di ritrovare la giusta forma per poi ritornare sui campi di gara più agguerriti di prima.