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Nicolò Mozzato: “Più i giorni passano e più mi manca la mia amata palestra.”

Verso l'infinito e oltre, il viaggio di Nicolò verso Tokyo!

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Dare voce ai protagonisti della ginnastica in questo periodo un po’ particolare è diventato un appuntamento fisso per Ginnasticando.it e stasera a parlare sarà Nicolò Mozzato, giovane ginnasta della Spes Mestre e della nazionale italiana di ginnastica artistica maschile.

Nicolò questo periodo di stop per voi atleti sta finalmente per finire. Dopo il 4 maggio pare, infatti, che possiate tornare ad allenarvi in palestra. Come ti sei sentito in questi due mesi a casa e come ti senti all’idea di tornare in palestra?

È partito tutto come uno scherzo perché diciamo che il tutto sembrava alquanto surreale. A dire il vero era un bel periodo in palestra perché ho iniziato a fare esercizi nuovi a inizio anno e purtroppo questo stop si farà sentire molto nei prossimi mesi. Diciamo che ho approfittato per sistemare qualche problemino a livello fisico e mentale per poi tornare e dare il massimo in palestra.

Più i giorni passano e più mi manca la mia amata palestra. Mi mancano le sensazioni, belle o brutte, mi manca la magnesia sulle mani…diciamo che mi manca tutto!

Quando ho scoperto che probabilmente da lunedì forse potrò ritornare in palestra è stata una fantastica notizia , spero che diventi realtà , ma fino ad allora #iomiallenoacasa

Una cosa importante in questo periodo è stata non perdere mai di vista i miei obbiettivi. Devo dire che, grazie anche a questo periodo di forzata lontananza, in me si è riacceso un fuoco di riscatto, come una forza che sento crescere ogni giorno di più.

Cosa ti ha spinto sin da bambino a dedicarti così incondizionatamente alla ginnastica? Non deve essere semplice crescere sapendo che la tua vita non è esattamente come quella dei tuoi coetanei. Ti è mai pesato questo o per te è sembrato tutto normale?

Sinceramente questa privazione da bambino non l’ho avvertita, l’ho sentita di più quando ero nel periodo dell’adolescenza. Diciamo che è stata dura vedere gli amici andare a ballare, andare fuori a divertirsi mentre io continuavo a vedere solo la palestra e i soliti compagni di squadra. Ma quando credi veramente in qualcosa un po’ te ne freghi, lasci da parte tutto il resto e vai avanti per la tua strada.

Mentre, potrà sembrare assurdo ma da bambino pensavo che la palestra fosse il parco e così ci andavo con ancora più voglia. Si, ecco, sicuramente non puoi divertirti come al parco perché devi mantenere sempre ordine e una certa disciplina ma mi divertivo molto, soprattutto a fare degli scherzi ai miei compagni.

Il tuo allenatore Gianmatteo Centazzo, che abbiamo recentemente intervistato qualche settimana fa, ci ha raccontato di aver messo su una bella squadra, composta da ginnasti che lui allena sin da bambini e tu sei uno di quelli. Che rapporto hai con lui e quanto pensi che contribuisca nella carriera di un ginnasta l’allenatore?

Io e Gianmatteo -che strano chiamarlo così haha, facciamo io e Teo- siamo partiti con il piede sbagliato. Da bambino io ero terrorizzato da lui, lo vedevo troppo severo e cattivo. Piano piano, però, ho imparato a conoscerlo, col tempo ho capito che persona è e tra noi si è creato un rapporto molto, molto bello.

Con lui sono cresciuto molto sia come atleta che come persona. Nella ginnastica Teo mi ha insegnato tutto quello che sa e questo ci ha permesso di raggiungere insieme ottimi risultati e spero in futuro di regalargliene molti altri. Nel mio caso l’allenatore ha avuto un ruolo fondamentale nella carriera. È un po’ come un partner che nel momento del bisogno c’è sempre per darmi qualche parola di conforto e non solo… Con la mia testa calda a volte capita che io mi impunti su qualcosa e non riesca a smuovermi ma lui sa sempre come farmi ragionare. Insieme stiamo cercando di lavorare su questo lato del mio carattere così da smussarlo e puntare ancora più in alto.

Nicolò e il suo allenatore Gianmatteo Centazzo si abbracciano dopo la vittoria a Glasgow. Foto di: Dario Ventre\ Federginnastica

Un episodio del quale Gianmatteo ci ha parlato con grande orgoglio è stato l’Europeo Juniores di Glasgow 2018, dove sei stato il primo e unico italiano a vincere il titolo individuale juniores, oltre ad aver vinto altre medaglie, tra cui il bronzo di squadra. Parlaci questa esperienza.

Quella è stata una gara epica che ancora adesso mi porto porto nel cuore e a ripensarci resto senza parole. L’ho vissuta al meglio: conoscevo bene il mio potenziale, sapevo cosa dovevo fare e avevo tutte le carte in regola per arrivare sul podio ma non avrei mai pensato di vincere.

Ricordo come se fosse ieri questo piccolo aneddoto. Teo era in palazzetto dalla mattina per vedere tutte le gare di qualificazione delle altre squadre mentre noi gareggiavamo al pomeriggio. Prima della mia gara Teo mi ha detto queste parole: “Ho visto tutte le squadre e se facciamo il nostro e dimostriamo a tutti quanto vali possiamo vincere.” Allora io ho cambiato subito atteggiamento e mi sono concentrato completamente su di me e sulla squadra. A fine gara eravamo agli anelli e io ero l’ultimo a dover salire sull’attrezzo. In quel momento Teo mi ha detto: “Se stoppi l’uscita arrivi primo e la squadra arriva terza.” Io non ci ho pensato due volte, sono salito sull’attrezzo come un leone e ho stoppato quell’uscita… Un’impresa straordinaria che solo a pensarci mi lascia ancora i brividi a fior di pelle.

La squadra,  beh, strepitosa! Io ero al mio secondo campionato Europeo e ho detto agli altri: “Facciamo il nostro, non guardiamo in faccia nessuno e il risultato viene da solo.” E cosi è stato.

E, invece, secondo te cosa è successo a Stoccarda? Dall’esterno è trasparito un gruppo molto unito e vedere la squadra fuori dalla qualifica olimpica per mezzo punto è sembrato davvero un brutto gioco del destino.

Diciamocelo il mondiale di Stoccarda è stato un colpo basso per tutti… Siamo stati tutti dei grandi e abbiamo dimostrato moltissimo portando in campo una squadra unita che sapeva quello che doveva fare. È esatto, abbiamo vissuto solo una gara sfortunata ma non sono qui a ripetervi sempre quella storia. Sono qui per dire che mi impegnerò al massimo per dimostrare a tutti il mio valore e per cercare con tutte le mie forze guadagnarmi quel posto che tutti gli sportivi aspettano.

Simone Ferraro\ Federginnastica

Parlando con Gianmatteo abbiamo capito che il capitolo Tokyo è tutt’altro che chiuso. Stai lavorando con in testa l’obiettivo delle Olimpiadi?

Obbiettivo del futuro sicuramente Tokyo2021.

Come ho detto prima darò il meglio di me per guadagnarmi quel pass. C’è quest’ultima possibilità che sono gli Europei di Baku e, infatti, prima del lockdown stavo lavorando per quella. Baku è una gara attesa da tutti i ginnasti perché darà la possibilità di qualificarsi per l’Olimpiade quindi è importante non perderla di vista perché, anche se rimandata, si farà più avanti. Semplicemente dovrò rifare i calcoli, sistemare tutto il programma e spostarlo solo più in avanti. Per allora sarò maturato ancora un po’ e spero di arrivare in campo gara con le fiamme dentro per dimostrare tutto quello che purtroppo non sono riuscito a fare ai mondiali.

Prima hai parlato di stare lavorando su nuovi esercizi. Ti stai concentrando su qualche attrezzo in particolare?

Essendo ancora giovane devo incrementare al massimo tutti i miei esercizi ma questo è un processo che va fatto passo dopo passo. Penso sia inutile incrementare al massimo un esercizio e poi eseguirlo male. Preferisco fare tanti piccoli passi e incrementare le difficoltà un po’ alla volta per fare degli esercizi fatti bene e al meglio delle mie possibilità. Allo stesso tempo è molto importante avere una crescita costante e fare, sì, passi piccoli ma uno dietro l’altro, senza aspettare troppo tempo per realizzarli perché anche gli avversari vanno avanti.

European Gymnastics

Spesso si vedono ginnasti fare gesti scaramantici prima di salire sull’attrezzo. Tu ne hai qualcuno?

No no io sono contrario a tutto questo! Prima di un esercizio ripenso solo a tutto il lavoro che ho fatto in palestra e mi concentro al massimo per mostrarlo a tutti, tutto qui.

Ginnasta preferito di sempre?

Da piccolo non avevo un ginnasta preferito ma diventando più grande ho capito il vero valore del mio allenatore. Mi sono appassionato a tutte le esperienze che lui ha vissuto, belle o brutte, e quindi automaticamente è diventato lui il mio ginnasta preferito.

Ora lasciamo per un attimo da parte il Nicolò atleta e concentriamoci sul Nicolò fuori dalla palestra. Cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?

Tanto per cominciare, il Nicolò fuori dalla palestra dorme sempre dopo gli allenamenti!

Nel weekend mi piace stare con gli amici e con la famiglia. E ogni volta che è possibile organizziamo rimpatriate con altri ginnasti a me molto, molto cari nelle quali ci divertiamo tutti assieme. Con loro vivo sempre dei momenti indimenticabili!

Hai diversi tatuaggi, tra cui il Leone sul torace che probabilmente ti rappresenta molto.

Allora di tatuaggi ne ho quattro e sono solo all’inizio!

Diciamo che quando scendo in campo gara cerco di immedesimarmi in un leone ma è un simbolo molto significativo anche a livello personale perché è il segno zodiacale di mia sorella. Poco più in basso ho un occhio che, invece, è un simbolo di protezione. Un tatuaggio un po’ diverso è quello sulla coscia che ho fatto insieme ad altri due ginnasti a cui tengo moltissimo ed é una medusa. E poi c’è l’ultimo, fatto poco tempo dopo il mondiale di Stoccarda, che è una frase molto nota a tutti “verso l’infinito e oltre”. Quest’ultimo rispecchia molto quello che voglio fare nella mia vita motivo per il quale, nel bene e nel male, continuerò sempre a dare il massimo.

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Mariacarmela Brunetti
Nata e cresciuta nel magico Sannio, la mia seconda casa da anni è Roma, dove sto per conseguire una laurea in Ingegneria. Faccio parte di GINNASTICANDO.it dal 2015 e attualmente sono Vicedirettrice, oltre che Editorialista e Redattrice per la Ginnastica Artistica.
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