Ai microfoni di Ginnasticando.it parla Clara Colombo, la ginnasta della Juventus Nova Melzo che l’anno scorso ha deciso di trasferirsi negli States per frequentare l’università del Nebraska e partecipare ai campionati NCAA. La Colombo ci racconta com’è partecipare ai campionati universitari più famosi al mondo.
Ciao Clara, grazie per averci dedicato il tuo tempo per questa intervista. Innanzitutto, come stai? Sei rientrata in Italia a causa dell’emergenza in corso?
Io sto bene, sicuramente un po’ spaesata per quello che sta succedendo, un po’ come tutti. Insieme alla mia famiglia, ho deciso di rientrare in anticipo per non rischiare di dover rimanere lì tutta l’estate. Siamo riusciti a prendere uno dei voli organizzati dalla Farnesina e da Alitalia apposta per chi come me stava studiando negli States e dopo aver girato circa cinque aeroporti sono arrivata a casa. Ho dovuto fare 15 giorni di quarantena fiduciaria lontana dalla mia famiglia e proprio qualche giorno fa sono tornata a vivere con loro.
Questione COVID-19. Che ripercussioni ha avuto sul tuo allenamento e le competizioni future? Come ti senti a riguardo?
L’NCAA ha deciso di sospendere tutti i campionati di tutti gli sport e ovviamente eravamo tutti molto amareggiati ma abbiamo compreso la gravità della situazione, io in primis che ricevevo ogni giorno notizie, non belle, dall’Italia.
Riguardo alle prime tappe del campionato, come stava andando? Come ci si sente a partecipare a una competizione di tale importanza?
Il campionato stava andando abbastanza bene, abbiamo avuto qualche infortunio, ma ci stavamo divertendo davvero tanto. Era un’emozione unica!
Clara in azione alle parallele (dal profilo Instagram)
Campionato NCAA e Serie A italiana messi a confronto. Quali sono le maggiori differenze e cosa è cambiato nella tua modalità di affrontale le gare?
Le differenze principali stanno sicuramente nel codice dei punteggi (in Italia usavo quello internazionale mentre qui in America i punteggi arrivano fino al 10 e anche le esigenze ad ogni attrezzo sono diverse) e nello spirito che c’è sia in gara che in allenamento. Nonostante abbia un legame pazzesco con le mie compagne italiane, in gara rimaneva un po’ quell’individualità tipica della ginnastica, mentre nei campionati universitari lo spirito di squadra prevale al 100%.
Passiamo a una domanda più frivola. Molto spesso nelle foto le ginnaste statunitensi appaiono ben tirate a lucido. Quanta importanza viene data al fattore estetico?
Il “farsi belle”, soprattutto quando lo si fa in trasferta insieme, è parte integrante della gara. Diciamo che ci tengono molto ad apparire bene. In fondo, quello è il nostro palcoscenico e i campionati universitari sono dei veri e propri spettacoli.
Clara con le compagne di squadre (dal profilo Instagram)
La concezione dello sport universitario in America quanto clamore mediatico raccoglie? E come reagisce il pubblico presente alle competizioni?
In America sicuramente sia lo sport sia la ginnastica nello specifico sono molto più seguiti e considerati un punto di forza. Ecco perché è molto facile riuscire ad ottenere borse di studio sportive. Il pubblico è molto più ampio e vario e soprattutto nei campionati universitari si sente tanto il senso di appartenenza alla propria squadra o università. Ad esempio, tutti si vestono di rosso quando ci sono degli eventi sportivi perché è il colore del Nebraska.
Quali sono i progetti e gli obiettivi per i quali tornare a lavorare non appena questa emergenza sarà finita?
Il mio obiettivo per la fine della stagione, che però poi è stata sospesa, era prendere un 9,9 a parallele, quindi questo lo rimando all’anno prossimo insieme al gareggiare a trave e riuscire a riprendere al 100% corpo libero e volteggio.
Grazie mille per la tua disponibilità e gentilezza. Il team di Ginnasticando.it ti augura il meglio per il tuo futuro e ti fa un grande in bocca al lupo per tutto. Gamba Clara!